Smagato

sma-gà-to

Significato Turbato, avvilito, perso d’animo o di forze; distratto, disinteressato; disilluso

Etimologia propriamente participio passato di smagare, dalla voce ricostruita del latino volgare exmagare, a sua volta dall’ipotetico germanico magan ‘avere forza’, dal gotico magan ‘potere’.

Questa è una parola di alto livello; saperla, ma soprattutto saperla usare è segno di una padronanza della lingua eccezionale. Anche se in effetti l’uso contemporaneo si è attestato sui suoi significati più accessibili e, come vedremo, corrotti.

Chi volesse scoprire i significati di questa parola (o del verbo ‘smagare’ da cui deriva) si troverebbe davanti a un muro di significati che non è semplice ricondurre a un sistema coerente. Partiamo quindi dal nocciolo, da cui tutto il resto si dipana — in maniera anche piuttosto lineare.

Anche il latino ha preso prestiti dalle lingue germaniche, ed è questo il caso: infatti lo smagare ci arriva attraverso il verbo ricostruito (non attestato) exmagare, col significato di ‘togliere le forze, che scaturisce dall’ipotetica voce germanica magan ‘aver forza’, della famiglia del gotico (stavolta attestato) magan, ‘potere’. Lo smagare è quindi — in sintesi — un venir meno, un perdere forza.

Ma questo perdere forza è stato declinato in una quantità di modi: fotografato nel turbarsi, colto nell’avvilirsi, catturato nello sgomentarsi. Ovviamente anche nel perdersi d’animo, ma anche preso nello smarrirsi, notato nell’arrovellarsi inconcludente. E questo calo si può osservare anche nel distogliersi, nel desistere, nello staccarsi, lo troviamo anche nel disinteressarsi così come nel venir meno a una virtù. C’è un mancamento di energia, nello smagato, che ci introverte, che ci distrae.

In questa maniera la sconfitta ci lascia smagati, al terzo giorno di viaggio ci aggiriamo smagati per la città rientrando presto in albergo, e l’iniziativa travolgente riesce a coinvolgere anche le persone più smagate. Un uso elegante, tornito. Ma non l’unico.

Infatti lo smagare è anche letto come un disilludere, come uno sfatare, che può formalmente essere letto come perdita d’energia, ma che più sensatamente è un accostamento paraetimologico alla magia, per cui ‘smagare’ comunicherebbe un ‘levare magia’, specie nel senso di incanto ingannevole — alla fine, con un significato vicino allo scafare. Io che mi dico esperto e smagato non mi faccio abbindolare (e invece mi abbindolano proprio per questo), il giornalista capace legge e interpreta i fatti in maniera lucida e smagata, e pur smagato (o forse proprio per questo) resto colpito dalle mie fantasie di bambino scritte su un vecchio quaderno.

Ora, non si può dire che questo sia un uso sbagliato — ad esempio piaceva moltissimo a Umberto Eco — e ha un significato anche piuttosto trasparente; solo, al contrario di quanto facciano di solito i dizionari valorizzando il nesso sottile fra smagato-indebolito e smagato-disilluso, queste andrebbero forse considerate come parole diverse, con i riferimenti etimologici diversi che hanno.

Fatto sta che entrambi gli usi si fanno notare per la magnifica ricercatezza, e danno alla frase in cui siano usati il carisma che ha la precisione di pensiero.

Parola pubblicata il 08 Gennaio 2020