Spaesato

spa-e-sà-to

Significato Di persona fuori dal suo ambiente che si sente smarrita, a disagio, imbarazzata

Etimologia da paese, col prefisso sottrattivo s-.

Nello spaesato suona il paese, questo è evidente. Ma come, in che senso? Cercando la risposta che ci porterà ai significati di ‘smarrito, disorientato’ ci capiterà di toccare alcune corde profonde.

Questo termine è attestato dopo l’Unità d’Italia, pare modellato a partire dal piemontese despaisà; e viene solitamente letto come lo stato del contadino che giunge in città. L’interpretazione dello spaesato in questa maniera è letterale: la persona di campagna, trovandosi per la prima volta in città, si trova estranea, senza il paese. E il paese non è solo un luogo: è la comunità, è la situazione familiare, la storia di sé.

Peraltro, seguendo quelle coordinate di tempo e luogo, ci accorgiamo di parlare di una fase storica in cui l’Italia si affanna a percorrere una rivoluzione industriale che la trova ancora decisamente indietro, e che però ha già ben smosso l’economia del Piemonte, attirando gente dalle campagne.

Questa immagine ha una forza versatile, perché la dimensione del paese si attaglia a realtà diverse: non solo è paese il rione, la via, il condominio, è paese tutto il nostro ordinario, confortevole e locale svolgimento della vita, senza pretese di cosmopolitismo, di centralità, di capitalità. Per questo ci capita così spesso di sentirci spaesati, anche quando viviamo da autoctoni nei caldi crogioli delle grandi città, perché la nostra vita normale si svolge sempre in paese, e siamo circondati da situazioni ignote e più grandi in cui ci possiamo trovare come un contadino che passa alla città e alla fabbrica.

Ci aspettiamo di trovarci spaesati sul nuovo posto di lavoro, ci sorprendiamo spaesati nel tempo libero, all’inizio ci sentiamo spaesati alla festa fra persone che non conosciamo, e ci fermiamo spaesati davanti a un libro troppo difficile: mancano i punti di riferimento del solito a cui aggrapparsi, mancano i contatti, ci si trova a disagio, imbarazzati e isolati — avulsi. Insomma, anche se ci piace pensarci di mondo, siamo sempre paesani spaesati, forestieri provinciali, rispetto a un improbabile centro che non ci aveva interessato e in cui invece ci ritroviamo.

[E c’è un’altra suggestione da accogliere, sullo spaesato, che ci racconta meglio quanto profondamente per noi l’idea di ‘paese’ abbia a che fare coi punti di riferimento: i nostri panorami e i nostri spostamenti su strada sono scanditi da paesi. Nodi del nostro tessuto spaziale. Il paese non solo rappresenta la dimensione interiore e condivisa di tutto il domestico: è un fondamento dell’orientamento. Basta soffermarsi sulla parola paesaggio.]

Parola pubblicata il 06 Aprile 2020