Tafonomia

Le parole dei dinosauri

ta-fo-no-mì-a

Significato Il ramo della paleontologia che studia i processi che portano alla formazione dei fossili

Etimologia composto dal greco tàphos ‘sepoltura’, e dall’elemento -nomia, da nómos ‘norma’.

  • «Il mistero sulla posizione di questo fossile è stato sciolto dall'indagine tafonomica.»

Nella cultura popolare, il mestiere del paleontologo è spesso dipinto con toni avventurosi, ambientazioni esotiche, e abbigliamento alla Indiana Jones. Anche se il lato esplorativo di questo lavoro è sicuramente quello più accattivante per il grande pubblico, il lato metodologico non è meno intrigante.

È molto più simile alla trama di un film poliziesco, che ad uno di avventura. Il lavoro del paleontologo somiglia alle trame narrate in certe serie che combinano sia elementi investigativi che elementi giudiziari. Le analogie sono molte e istruttive.
Come in un giallo, il paleontologo ha a che fare con una vittima ormai deceduta (il fossile), una scena del crimine (il sito fossilifero), e degli indizi da analizzare (le evidenze geologiche). Proprio come l’investigatore, il paleontologo deve cercare di ricostruire le cause del delitto, i possibili colpevoli, ovvero i processi naturali che hanno causato sia la morte sia la successiva preservazione del corpo fino ai giorni nostri. L’insieme di tutte le analisi e indagini che il paleontologo svolge per esaminare la scena del crimine fossile (e risolverlo) costituisce la tafonomia.

Proprio come il caso criminale s’impernia sull’indagine della scena del crimine, così non esiste paleontologia senza tafonomia. Prima ancora che cercare di dare un aspetto al fossile, di classificarlo o ricostruirne lo stile di vita, il paleontologo deve domandarsi perché quei resti siano conservati in quel particolare modo, in quel particolare tipo di roccia, con quel particolare grado di completezza. Domande squisitamente tafonomiche sono: «perché lo scheletro è privo di certe parti?», «in che tipo di sedimento è incluso il fossile?», «in quali condizioni ambientali si depositò il corpo?», «quanti individui sono rappresentati da questi resti?».

L’analisi del contesto è il primo passo del lavoro di investigazione del paleontologo, lavoro che inizia immediatamente con la scoperta e scavo dei resti. Gran parte dei dati tafonomici difatti è raccolta durante le operazioni di estrazione del fossile dal suo contesto geologico. Senza la lente del tafonomo, il paleontologo è miope e può essere facilmente depistato dal fossile. Sovente, difatti, parte delle caratteristiche che osserviamo nel fossile non sono genuini attributi biologici della creatura, posseduti in vita, bensì sono artefatti prodotti dopo la morte da (e durante) i processi di fossilizzazione: la capacità di riconoscere questi artefatti è proprio una qualità dell’indagine tafonomica, senza la quale si corre il rischio di interpretare come attributi dell’antica forma di vita qualità che invece sono manifestazioni post-mortem del processo di fossilizzazione.

Ad esempio, molti fossili di dinosauro che si rinvengono esposti su un lato del corpo, presentano il collo e la coda incurvati in alto, l’uno verso l’altro: questa bizzarra disposizione del corpo è stata in passato interpretata come l’effetto di intossicazioni chimiche, avvelenamenti che avrebbero poi ucciso la creatura. L’aspetto contorto del fossile documenterebbe gli spasmi della morte indotta da qualche sostanza letale. Ci troviamo quindi di fronte ad un misterioso assassino naturale, un qualche fenomeno che avvelenava le sue vittime? L’indagine tafonomica ha risolto l’enigma dimostrando che questa posa di morte non era legata a qualche forma di intossicazione, bensì alle condizioni in cui il corpo (già morto) era stato sepolto dai sedimenti: è il risultato di processi fisici e chimici avvenuti sui muscoli e sui tendini dopo la morte dell’animale, processi che si verificano solamente quando il cadavere si deposita sul fondo di uno specchio d’acqua ed inizia a decomporsi. Lo stesso corpo, depositato nelle sabbie di un deserto, non andrebbe incontro ai processi che portano alla curvatura spasmodica di collo e coda. Senza l’ausilio della tafonomia, di fronte a questi fossili avremmo continuato a cercare un misterioso agente tossico che nei fatti non era mai esistito.

Parola pubblicata il 02 Settembre 2024

Le parole dei dinosauri - con Andrea Cau

Sono parole complesse, difficili da comprendere, dalle storie magnetiche e sconosciute... e che però sono anche parole dell'infanzia, parole che continuano a risuonare lungo tutta la nostra vita. Sono le parole dei dinosauri e della paleontologia, e con Andrea Cau, paleontologo e divulgatore, autore della serie di libri "La rivoluzione piumata", ne scaveremo una un lunedì su due.