Torchio

tòr-chio

Significato Macchinario composto da due piastre, una fissa e una mobile che le cala sopra, schiacciando o premendo ciò che vi viene posto in mezzo

Etimologia dal latino: torculum pressa, frantoio, da torquere torcere.

Quella del torchio è un’intuizione che nella storia si è mostrata molto versatile: l’idea è quella di schiacciare fra loro due piastre - facendo scorrere quella mobile su quella fissa grazie ad un asse a vite, da cui il torcere - per esercitare una forte pressione su ciò che vi viene posto in mezzo, in maniera non dissimile dalla morsa ma con finalità diverse.

Inizialmente questo meccanismo è tornato utile per spremere frutti succosi, come le olive e l’uva, e più di recente lo stesso principio è stato impiegato per la stampa di immagini e di testi.

L’uso figurato che parlando si fa di questo attrezzo però attiene proprio all’impiego antico del torchio come spremitore: quando si torchia o si mette sotto torchio qualcuno lo si mette sotto pressione, lo si schiaccia, gli si spremono fuori tutte le risorse o le informazioni che ha, mentre questo sforza una resistenza. È sempre affascinante pensare che quasi nessuno usa più questo strumento mentre tutti, nel nostro bagaglio espressivo, abbiamo la sua immagine, la sua intensità.

Quindi diremo che all’esame il professore ci ha torchiato per un’ora - e dopo un bicchiere di vino ci vuole; diremo che il pubblico ministero ha tenuto sotto torchio l’indagato per un giorno intero; e diremo che lo stagista, a lavoro, viene torchiato con durezza per vedere di che pasta è fatto.

Parola pubblicata il 11 Dicembre 2013