Zebedeo

ze-be-dè-o

Significato Testicolo; persona stupida

Etimologia dal nome di Zebedeo, padre degli apostoli Giacomo e Giovanni, che nei Vangeli sono più volte chiamati filii Zebedaei ‘figli di Zebedeo’.

Il dissacrante fa parte della nostra cultura quanto il sacro. Ed è sorprendente la fantasia intenta che ha portato il nome di un personaggio dei Vangeli a un significato del genere.

Ora, fra i dodici apostoli scelti da Cristo c’erano coppie di fratelli di sangue: pensiamo a Pietro e Andrea, oppure - ed è il caso che ci interessa - a Giovanni (l’evangelista) e Giacomo il maggiore. Questi due erano figli di Zebedeo: oggi diremmo che costui era un imprenditore ittico, visto che lui stesso era pescatore ma aveva anche altri pescatori alle sue dipendenze; e con lui, sul lago di Tiberiade, lavoravano i suoi figli.

Più volte nei Vangeli i due sono chiamati ‘figli di Zebedeo’, espressione che in latino è ‘filii Zebedaei’. All’orecchio di chi ascoltasse con continuità le letture del Vangelo suonavano quindi spesso questi zebedei. Due zebedei. Lo sforzo malizioso di coniare eufemismi sempre nuovi ha trovato nel luogo comune di questa coppia di fratelli un appiglio facile per significare i testicoli - significato attestato nella seconda metà dell’Ottocento.

Classicamente questo termine è usato al plurale nell’espressione ‘rompere gli zebedei’, che credo non abbia bisogno di spiegazioni. Ma ovviamente non si esaurisce qui: posso invitare gli amici a togliersi dagli zebedei, o alludere a quanto una persona mi stia sugli zebedei. In maniera del tutto analoga all’uso di ‘coglione’ ma con un gusto più ricercato, lo zebedeo indica volentieri anche la persona stupida: uno zebedeo si infila nella strada contromano, fraintendendo l’interesse della bella faccio una figura da zebedeo, e da bravo zebedeo mi chiudo la porta alle spalle senza avere le chiavi.

La forza di questa parola sta nell’eufemismo: per quanto resti trasparente il riferimento basso e non sia comunque adatta a usi non colloquiali, è piacevolmente pulita e garbata.

Parola pubblicata il 14 Ottobre 2017