Avventato

av-ven-tà-to

Significato Azione compiuta o cosa detta senza riflettere, in maniera impulsiva; persona che agisce senza riflettere

Etimologia propriamente participio passato di avventare, che è da una voce del latino parlato ricostruita come adventare ‘scagliare’, ma prima ‘ventilare’, derivata di ventus ‘vento’, con prefisso ad-.

Che l’avventato parli di vento è abbastanza trasparente. Ma il collegamento fra questo vento e la particolare impulsività dell’avventato è davvero notevole.

Conosciamo, forse, il verbo ‘avventarsi’. Posso parlare di come l’amico, dopo la camminata in montagna, si avventi sul cibo, di come lo squilibrato mi si sia avventato addosso; in effetti ad essere comune, oggi, è proprio il riflessivo ‘avventarsi’, un gettarsi con impeto addosso a qualcosa o a qualcuno. Invece l’‘avventare’ transitivo è più desueto — ma come si può immaginare è quello che custodisce i passaggi di significato che ci interessano.

‘Avventare’ significa ‘lanciare con forza’. Posso ad esempio avventare un sasso contro una vetrina, avventare il bastone su cui sono inciampato, ma figuratamente posso anche avventare il gruppo contro un improbabile nemico, e anche avventare un’ingiuria. Questo lanciare prende così anche il profilo di un aizzare, e di un dire… poco compassato. Non è che si avventino complimenti misurati, o parole d’amore epigrammatiche.

Questo ‘avventare’ viene da una voce non attestata del latino parlato, ricostruita come adventare, che aveva già il significato di ‘scagliare’, anche se originariamente doveva essere un ‘ventilare’ (ecco il ventus). Il dispetto, la furia, l’impeto nell’avventare determinano una perdita di controllo; come si sente bene, l’avventare e l’avventarsi non sono azioni fatte con grande presenza mentale. Quando avventiamo, insomma, diamo al vento.

È un modo sorprendente, ellittico e poetico per intendere uno ‘scagliare’; fa accedere l’atto a una folata, che è violenta e sventata, erratica e precipitevole.
Così un giudizio avventato si abbatte veloce e schiaffeggiante come una raffica, un’amica avventata si lancia a buffi sulle nuove possibilità, e ci pentiamo della reazione avventata che ci ha gonfiato come un colpo d’aria.

La precipitazione, l’impulsività non lasciano spazio alla riflessione. E certo quello dell’avventato non è un carattere apprezzato, pecca di controllo, di accortezza. Ciò nondimeno pare una connotazione poco sussiegosa; percepiamo bene come l’incauto, l’impulsivo, lo sconsiderato siano più ingessati e anche moraleggianti, come l’avventato non adombri le elucubrazioni del rischioso, dell’azzardato o del temerario.
Ammette, con quella peculiare saggezza che hanno certe parole, che i colpi di vento càpitino, e che capita di aquilonare, di scapparsi di testa come un cappello. E in questo è molto meno prosaico dello sventato, che dando vento e sfogo sgonfia, ed è un carattere di testa vuota.

Parola pubblicata il 22 Agosto 2025