SignificatoProprio di una strega malvagia; che serve alla magia nera
Etimologia derivato da Megera (in greco Megaira, propriamente, “la gelosa”), che secondo la mitologia classica è una delle tre Erinni o Furie.
Con questa parola, molto in voga nei gerghi esoterici contemporanei, si intende riferirsi sia a un carattere di una strega malvagia, sia a qualcosa che viene impiegato in riti di magia nera. È una parola vivida, che si rifà all’immagine della megera, cioè della donna brutta, vecchia e maligna, come per eccellenza deve essere la strega - nome mutuato dalla Megera della tradizione mitologica, entità non gradevolissima.
Può essere megerico un metallo o un cristallo eminentemente usato in liturgie oscure; l’umbratile vicina di casa può avere delle chiare inclinazioni megeriche; e davanti al torto si pronunciano tutte le contumelie e le iatture megeriche che si conoscono.
Nota mitologica extra: Chi era Megera?
Quando Urano fu castrato da Crono, dai suoi genitali nacque Afrodite, mentre dal suo sangue, che fecondò Gaia, nacque una banda sterminata di tipi più o meno loschi: le Meliadi, ninfe dei frassini, i Telchini, demoni rodiesi, i Giganti e le Erinni. Queste in particolare erano un terrificante terzetto di dee votate a tormentare il genere umano, secondo la rigida legge della vendetta divina. Avevano ampie ali e chiome di serpenti; munite di armi più dolorose che letali, come fruste e tizzoni, se ne andavano strillando a giro per il mondo, punendo certi specifici crimini o spingendo a commetterli. Una vera gang.
Tisifone presiedeva la punizione dell’omicidio - con un occhio più severo per l’omicidio intrafamigliare; Aletto, implacabilmente iraconda, non si sa se punisse l’ira o se fosse quella che nella banda picchiava di più; Megera suscitava invidia e gelosia, e puniva l’adulterio. Proprio per queste sue vocazioni Megera è forse la più nota fra le Erinni, quella che più delle altre metteva il suo grazioso zampino nella vita quotidiana delle persone; è quindi facile intuire come il suo nome sia passato ad indicare una figura di donna brutta, aspra e maliziosa.
Con questa parola, molto in voga nei gerghi esoterici contemporanei, si intende riferirsi sia a un carattere di una strega malvagia, sia a qualcosa che viene impiegato in riti di magia nera. È una parola vivida, che si rifà all’immagine della megera, cioè della donna brutta, vecchia e maligna, come per eccellenza deve essere la strega - nome mutuato dalla Megera della tradizione mitologica, entità non gradevolissima.
Può essere megerico un metallo o un cristallo eminentemente usato in liturgie oscure; l’umbratile vicina di casa può avere delle chiare inclinazioni megeriche; e davanti al torto si pronunciano tutte le contumelie e le iatture megeriche che si conoscono.
Nota mitologica extra: Chi era Megera?
Quando Urano fu castrato da Crono, dai suoi genitali nacque Afrodite, mentre dal suo sangue, che fecondò Gaia, nacque una banda sterminata di tipi più o meno loschi: le Meliadi, ninfe dei frassini, i Telchini, demoni rodiesi, i Giganti e le Erinni. Queste in particolare erano un terrificante terzetto di dee votate a tormentare il genere umano, secondo la rigida legge della vendetta divina. Avevano ampie ali e chiome di serpenti; munite di armi più dolorose che letali, come fruste e tizzoni, se ne andavano strillando a giro per il mondo, punendo certi specifici crimini o spingendo a commetterli. Una vera gang.
Tisifone presiedeva la punizione dell’omicidio - con un occhio più severo per l’omicidio intrafamigliare; Aletto, implacabilmente iraconda, non si sa se punisse l’ira o se fosse quella che nella banda picchiava di più; Megera suscitava invidia e gelosia, e puniva l’adulterio. Proprio per queste sue vocazioni Megera è forse la più nota fra le Erinni, quella che più delle altre metteva il suo grazioso zampino nella vita quotidiana delle persone; è quindi facile intuire come il suo nome sia passato ad indicare una figura di donna brutta, aspra e maliziosa.