Spulciare
spul-cià-re (io spùl-cio)
Significato Liberare dalle pulci; esaminare minuziosamente
Etimologia derivato parasintetico di pulce, col prefisso sottrattivo s-.
Parola pubblicata il 30 Ottobre 2025

spul-cià-re (io spùl-cio)
Significato Liberare dalle pulci; esaminare minuziosamente
Etimologia derivato parasintetico di pulce, col prefisso sottrattivo s-.
Parola pubblicata il 30 Ottobre 2025
È un’azione delle più basse, si direbbe, ma ha stranamente trovato un afflato piuttosto alto, e ha maturato una capacità rappresentativa icastica.
Lo spulciare è il togliere le pulci, chiaro e piano. È letteralmente un’azione ancestrale, primordiale, che ancora vediamo fare ai nostri cugini primati, che si spulciano l’un l’altro, con profonde e complesse implicazioni relazionali — e possiamo immaginare non sia stata un’azione ignota alla gran parte del nostro parassitato albero genealogico.
Leggiamo quindi di come per le grandi occasioni ci si lavasse e spulciasse con cura, di come i fratellini si spulciassero a vicenda, di come si avesse premura di spulciare il cane. È buffo pensare che, nonostante anche oggi si combattano le infestazioni delle pulci, la concretezza dello spulciare ci sia aliena. Il nostro modo di muoverci contro le pulci, una sofisticata guerra chimica declinata nei modi più vari, in effetti non è uno spulciare: non raccontiamo di aver dato degli antiparassitari al cane per spulciarlo. Lo spulciare ha un andamento da rastrellamento, una ad una, che unisce esplorazione e soppressione: difatti è questo andamento che viene valorizzato nello spulciare figurato.
Se spulcio un registro in cerca di incongruenze, se spulciando un elenco di nomi ne incontro di familiari e celebri, se ho spulciato dei documenti antichi in cerca di riferimenti a una questione che sto studiando, sto conducendo una ricerca di dettaglio. Che certo però ha dei caratteri particolari e non monolitici.
Altre parole del lavoro di ricerca, come lo scandagliare e il vagliare e l’esaminare, rappresentano in modi diversi un esame forse non più attento ma spesso più intento. Sembra abbiano più presente che cosa cercare, sembrano essere più compresi nella propria ricerca. Lo spulciare, anche se può avere una dimensione certosina o addirittura inquisitoria (pensiamo a quando il commercialista spulcia o fa le pulci ai conti) non è mai febbrile — è paziente, e non ha un’aura gravosa, anzi può perfino essere divertito. I giornali spulciano ogni anfratto del passato di chi ha vinto l’elezione in maniera inattesa, ma posso anche spulciare qualche quotidiano locale per vedere che aria tira; per farsi un’idea sul problema l’amica spulcia le ultime pronunce della giurisprudenza, mentre io spulcio un verbale in cerca delle idiozie dette da una certa persona, e spulcio il libro che mi hai regalato cercando di capire perché.
L’esame è molto a fuoco, la ricerca di notizie, di dati, si muove qui sul terreno del dettaglio. L’atteggiamento può essere più o meno incalzante, ma è naturale: si può spulciare quasi distrattamente o con puntiglio. Non in maniera imprecisa, però.
Curioso che lo spidocchiare, invece, non abbia fatto alcun salto figurato, e che sia rimasto a frugare fra velli e capelli.