Macabro

mà-ca-bro

Significato Raccapricciante, truce

Etimologia etimo incerto; forse dal nome dei fratelli Maccabei della Bibbia, assurti al rango di martiri, o forse dall’arabo maqabir, parallelo all’ebraico meqaber grave.

È una parola che, passata attraverso il francese [macabre], deve il suo successo al tema iconografico della danza macabra, cioè la raffigurazione di una danza fra uomini e cadaveri, o scheletri, a volte diretta dalla personificazione della morte. La funzione morale di questa iconografia era il memento mori, cioè il ricordare la caducità della vita - un niente, rispetto all’importanza della vita eterna dopo la morte.

L’origine della danza macabra è forse da ricercarsi in una rappresentazione dei fratelli Maccabei - così chiamati dall’eponimo Giuda Maccabeo -, una dinastia di condottieri e regnanti che si oppose all’impero Seleucide difendendo la fede ebraica; avendo tutti questi così trovato la morte, divennero un importante simbolo di devozione e martirio - ricordato in commemorazioni solenni e liturgie. È quindi plausibile che la danza macabra nasca da una danza cerimoniale compiuta in loro memoria; ma non è comunque certo.

Oggi quando si parla di macabro si dipinge un truce che non è semplicemente spaventoso e orrendo; ha i connotati più sottili e striscianti del raccapriccio, del grottesco: dopotutto la vista di una danza fra uomini e scheletri, più che terrorizzare, inquieta. Così, quando si sente parlare di uno spettacolo macabro o del gusto per il macabro non ci deve venire in mente il genere horror: non sono macabri “L’esorcista” o “Saw - L’enigmista”; piuttosto sono macabri certi film di Tim Burton e di Guillermo del Toro.

Parola pubblicata il 04 Gennaio 2014