Supercilioso

su-per-ci-lió-so

Significato Sdegnoso, sprezzante; severo

Etimologia voce dotta, recuperata dal latino supercilosus ‘arcigno, sussiegoso’, da supercilium ‘sopracciglio’.

Sopracciglioso. In effetti, anche se ‘sopracciglioso’ non è una parola che si trova sui dizionari, è di questo che si sta parlando, di un notevole uso di sopracciglio, con tutte le implicazioni di atteggiamento del caso. Insomma, per intenderci potremmo considerare il ‘supercilioso’ una variante dotta e desueta di un ipotetico ‘sopracciglioso’. Infatti è una parola che viene recuperata direttamente dal latino, nel Cinquecento: e già il superciliosus ci raccontava le qualità dell’arcigno e del sussiegoso.

Qualcuno si potrà domandare che avranno fatto di male le sopracciglia per essere portatrici di questi significati così truci, ma la risposta è evidente: il corrugamento delle sopracciglia non è mai un segno rassicurante. A parte forse certe distensioni verso l’alto, che sollevano il sopracciglio alla fronte e magari sono determinate da sorprese piacevoli, il sopracciglio, specie quando si fa più massiccio calando sull’orbita, proiettando ombra sull’occhio, si muove per comporre espressioni di dispiacere, di preoccupazione, perfino di dolore, così come espressioni di ira, di severità, di concentrazione. Quando il collega aggrotta la fronte all’improvviso, il pensiero che gli sia tornato in mente quel video coi cuccioli che la fanno buffa non ci sfiora.

Il supercilioso seleziona un taglio di significato a partire da questa materia facciale, ampia e preziosa ma grezza. Ed è il taglio più brillante e pulito - perché è nella severità, nello sdegno, nella rabbia che l’espressione del sopracciglio interviene in maniera più chiara e pura. Non sempre quando siamo concentrati ci accigliamo, e il dispiacere e il dolore coinvolgono le sopracciglia, ma di rado da sole. Invece, su un volto neutro, basta aggrottare le sopracciglia per avere uno sprezzo contrariato, uno sdegno irato che arriva anche alla maniera del sussiegoso.

Il giornalista supercilioso svilisce i meriti del film che recensisce, chi afferma di essere il più supercilioso dei propri critici spesso lo fa per incensarsi, e durante la discussione il piglio sarcastico e supercilioso, che vorrebbe riuscire carismatico, risulta semplicemente sterile.

Sì, questa parola è registrata come voce letteraria, desueta; anzi, figuriamoci che Tommaseo, nell’Ottocento, la corredava di una croce per dirla morta. Ma non è morta, continua ad essere usata con una certa costanza. Ed è un caso esemplare di come dietro a tante parole che paiono difficili si nascondano parole così facili che in pratica ce le abbiamo scritte in fronte.

Parola pubblicata il 13 Marzo 2019