Trebisonda

tre-bi-són-da

Significato Solo nella locuzione “perdere la trebisonda”, perdere l’orientamento, essere confuso, ma anche perdere il controllo

Etimologia dal nome di Trebisonda, città turca sul Mar Nero.

È una parola che suscita grande curiosità: ha un solo habitat, la locuzione “perdere la trebisonda”, una locuzione colloquiale ma ricercata, il cui significato è pervio - ma resta da capire che cos’è questa trebisonda.

Allora, viene subito in mente che Trebisonda sarebbe un luogo, una città che si trova nell’odierna Turchia, affacciata sul Mar Nero là dove il dorso della penisola anatolica s’inarca verso la Georgia. Ha una storia molto antica: grossomodo è coetanea di Roma, e nacque greca col nome di Trapezounta. Ebbene, questa città, insieme alla regione in cui si trova (classicamente, il Ponto) ha avuto per lunghi lunghi secoli un’importanza strategica capitale, perciò il suo nome echeggiava sulle bocche dei marinai delle nostre terre (peraltro le colonie delle Repubbliche marinare nel Mar Nero furono molte).

Data questa premessa, si sente aggiungere che durante la navigazione Trebisonda era certo un punto di riferimento cardinale per i marinai, e che quindi chi perdeva la trebisonda - ahilui - s’incagliava, si perdeva, naufragava e via e via. Ma è un’aggiunta fantasiosa, che non emerge da alcuna fonte seria e che mette il carro davanti ai buoi («”Perdere la trebisonda” significa perdere l’orientamento perciò Trebisonda doveva essere un punto di riferimento»).

La ragione che sorregge questa locuzione è probabilmente molto più semplice, e ci racconta ancora una volta di come parole simili masticate dalle stesse bocche finiscano per mischiarsi: esiste una locuzione non molto diversa, che è “perdere la tramontana”. La tramontana è il vento del nord, ma anche il settentrione e le stelle che lo segnano. “Perdere la tramontana” significa quindi perdere il nord, e perciò l’orientamento, perché il nord sì che è un punto di riferimento. Fra tramontana e trebisonda il passo non è molto lungo - la bocca è sempre quella popolare, del marinaio, e magari il gusto più pieno e vagamente esotico che ha il nome ‘trebisonda’ ha fatto il resto.

Ad ogni modo, chi perde la trebisonda di rado perde letteralmente l’orientamento: difficilmente dico che ho perso la trebisonda se mi perdo nel parcheggio sotterraneo. Più probabilmente diciamo che perde la trebisonda chi è confuso, o chi ha perso la testa, la lucidità, il controllo. Non mi rammento benissimo la serata perché da quando ho iniziato a servirmi il cognac alla pera ho perso la trebisonda, l’anziano prozio ha perso la trebisonda ma il suo repertorio di barzellette è più ricco che mai, quando arriva la torta al cioccolato perdo la trebisonda e mi mangio anche la cera delle candeline, e raccontiamo agli amici di come in ufficio Tizio abbia perso la trebisonda e abbia (nell’ordine) defenestrato il computer, dichiarato il suo amore alla collega e si sia licenziato.

Parola pubblicata il 10 Maggio 2018