Assembramento

as-sem-bra-mén-to

Significato Riunione occasionale e disordinata di persone, specie all’aperto

Etimologia da assembrare, derivato del francese assembler, ottenuto dal latino simul ‘insieme’, col prefisso ad- ‘verso’ e il suffisso verbale, attraverso la forma ipotetica adsimulare.

L’altro giorno sono andato a fare la spesa. Agli scaffali delle farine — più interessanti del solito — si era raccolto un manipolo di persone, che, pur standosene a debita distanza le une dalle altre mentre squadravano rapaci gli scaffali (almeno io li squadravo rapace), creavano un addensamento da dissipare. È sopraggiunto un addetto, che passando indaffarato ci ha ammoniti “Troppo assem… troppo assem…blaggio”.

Si sente parlare di assembramenti molto più spesso di quanto fossimo abituati a sentire: un termine dal significato semplice, che però da un lato mette molti davanti agli imbarazzi di una parola poco battuta, dall’altro stuzzica le persone sollecite nel correggere gli errori altrui. Ebbene, se il termine ‘assembramento’ ci pare strano ci sono delle ragioni.

Tutto nasce dal verbo francese assembler, vecchio di mille anni. Prende il latino simul ‘insieme’, e ci mette un prefisso ad- che significa avvicinamento e un suffisso verbale. Da qui viene la nostra assemblea (parola trecentesca), il nostro assemblare (parola degli anni ‘60), ma anche l’assembramento e l’assembrare, in cui -bl- è stato adattato in -br-. Per quanto nell’italiano antico si trovassero anche assembiamento e assembiare.

Abbiamo quindi un mazzo di varianti che dallo stesso ceppo si diramano su significati diversi. Alcune sono recenti e vivaci, altre sono morte secoli fa, alcune sono rimaste più aderenti al francese, altre hanno percorso un diverso adattamento .

L’assembramento ha preso da subito il taglio di un affollamento tendenzialmente occasionale e disordinato, oltre che all’aperto o in spazi ampi — perfino protestante; non ha certo il costrutto dell’assemblea (ma anticamente anche ‘assembrea’), che è invece una riunione importante e canonica. Con questo taglio ha avuto la fortuna di essere accolto e protetto nel più conservativo dei lessici specifici: quello giuridico.

Infatti ‘assembramento’ ricorre soprattutto quando si parla tecnicamente di pubblica sicurezza, ordinanze prefettizie, decreti ministeriali e simili. Inoltre — e qui sta il curioso — ‘assembrare’ e ‘assembramento’ sono non di rado (erroneamente) usati come varianti magari più dotte di ‘assemblare’ e ‘assemblaggio’ (il tecnico assembra la caldaia, spiego l’assembramento dei pezzi del fiore di carta).

Insomma, l’assembrare e l’assembramento, con quell’adattamento un po’ inconsueto (-bl- in -br-), lasciano tanti nella scomoda incertezza di non saper bene, all’impronta, se sono giusti, o addirittura a farli percepire come varianti più dotte rispetto a (creduti) omologhi con la ‘l’. Sorte normale per differenze di forma così sottili, su cui però si reggono differenze di significato importanti.

Parola pubblicata il 02 Aprile 2020