Brancolare

bran-co-là-re (io bràn-co-lo)

Significato Andare a tentoni; muoversi con incertezza

Etimologia derivato di branca, che dal latino tardo significa ‘zampa con artigli’.

In questa parola vive un ribaltamento di prospettiva discreto ma intenso. Infatti il suo significato racconta un momento di debolezza spaesata, ma l’immagine su cui si fonda è eccezionalmente forte e aggressiva.

Tutto comincia con la branca, parola di origine discussa che, a partire dal latino tardo, ha significato la zampa dotata di artigli — immagine, come sentiamo, delle più suggestive. Ora l’andare a tentoni, pensiamo nel buio anzi diciamo in un buio che non conosciamo, ci porta a muovere le mani in maniera rapace, protendendole ad afferrare, a frugare a dita aperte. Si cercano maniglie, stipiti, interruttori, si spazzano e tastano superfici di tavoli, di tappeti, di pavimenti.

In quel momento brancoliamo, nel tentativo di abbrancare ciò che cerchiamo e verso cui andremmo a colpo sicuro con un dito o una mano rilassata, se sapessimo dove si trova nello spazio circostante. Anche il sinonimo ‘brancicare’, dal gusto più desueto, viene da qui.

Il fatto davvero curioso è che il brancolare riesce a sganciarsi dalla sua immagine concreta solo alle porte del Novecento. Emerso nella prima ora della lingua italiana, per lunghi secoli ha continuato a significare solo un andare a tentoni letterale, al massimo messo in similitudine per indicare uno stato d’incertezza o dubbio — brancolare come ciechi, brancolare come persone al buio.

Invece l’astrazione del brancolare è il suo salto poetico. Certo, conserva volentieri il riferimento didascalico al buio — e anzi ‘brancolare nel buio’ è un’espressione piuttosto cristallizzata, molto amata nel giornalismo peggiore, per cui gli inquirenti in difficoltà brancolano sempre nel buio. Ma se ti chiedo una mano con gli appunti perché sto brancolando in un mare di dispense, se diciamo che la cittadinanza brancola davanti alla complessità delle nuove norme, o che brancoliamo fra sentimenti indecifrabili, dipingiamo senza sbavature l’incertezza rapace e febbrile dell’andare a tentoni, disorientata e con una vena di paura e di impotenza, colta in gesti di zampata.

Parola pubblicata il 16 Dicembre 2020