Certame

cer-tà-me

Significato Combattimento; gara, specie letteraria

Etimologia voce dotta presa in prestito dal latino certamen ‘lotta, contesa, disputa’, derivato di certare ‘combattere, intensivo di cernere ‘distinguere, scegliere’.

A dispetto di quell’-ame, il certame non è un mucchio disordinato (e un po’ spregiato) di certezze e dati certi: è una sfida, una competizione — anche se il ‘certo’, come vedremo, è un suo parente.

È un prestito latino che appartiene a un registro alto, tant’è che compare puntualmente in riferimento a disfide poetiche, concorsi letterari, rievocazioni storiche accese di duelli e giostre. E il taglio di significato che il certame dà alla sfida è unico e penetrante, e merita considerazione.

Infatti il certamen è un derivato del verbo certare , che vuol dire sì ‘combattere’, ma in quanto intensivo di cèrnere, cioè ‘distinguere’, anzi ‘discernere’. Non è espressione di una scazzottata in prima battuta: il certame è la competizione che distingue per valore chi vi partecipa. Qui intendiamo la vicinanza col ‘certo’, che è sicuro poiché distinto, deciso.

In latino avrebbe un senso dei più ampi — lotta, contesa, disputa — ma si è affermato, come anticipavamo, un certo taglio letterario del certame. Questo anche grazie a una gara di poesia particolarmente famosa che si svolse nell’ottobre del 1441 a Firenze, il certame coronario (prima attestazione del termine), fortemente voluto da Leon Battista Alberti — che non ha fatto per la lingua italiana meno di quel che ha fatto per l’architettura — e patrocinato dai Medici: era riservato a soli componimenti in volgare, proprio nel tentativo di affermare la dignità dell’italiano davanti al latino. Il tema? “La vera amicizia”. Fu un fallimento senza vincitori, e la corona andò alla chiesa di Santa Maria del Fiore perché i componimenti erano tutti delle ciofeche, pare. Ma è rimasto un tentativo famoso.

Ora, va detto, spesso l’uso del termine certame suona un po’ pretenzioso, con l’aria naïf di chi cerca un’enfasi speciale senza curarsi che sia goffa: quando leggiamo del certame scolastico, del certame letterario istituito a Castelluccio di Sotto, del certame fra i corridori della città, il latinismo tratteggia una dignità un po’ troppo alta: il certame è forte perché è la gara che discerne, ma ha una ricercatezza che può far rischiare il collasso del discorso.

Servono confronti fra migliori antagonisti, contrasti decisivi o un contesto anticheggiante, per reggerne il magnifico peso. Il certame fra le due grandi cantanti che si esibiscono lo stesso giorno, il certame finale fra due tesi opposte passate al vaglio comparato, il certame d’archibugio della fiera medievale, reggono con la naturalezza e la leggerezza di un arco gotico.

Parola pubblicata il 16 Maggio 2020