Cherubino

Parole semitiche

che-ru-bì-no

Significato Tipo specifico di angelo nell’angelologia ebraica e cristiana; bel bambino o bella bambina

Etimologia dalla forma plurale della parola ebraica keruv, cioè keruvim, forse risalente ad un significato di origine semitica relativo al pregare.

Guarda quel bel bimbo riccioluto se non sembra un cherubino raffaellesco? Oh, è proprio un amore! Guarda queste mie foto di quando ero piccola. Un vero cherubino.
Sul significato più tenero di questa parola ci hanno messo lo zampino – o, meglio ancora, il pennello – i maggiori artisti della nostra storia, da Raffaello al Mantegna a Melozzo da Forlì, riempendo di bebè alati dalle gote rosee, i cosciotti rotondi e le boccucce aperte in pii ‘Osanna’ tele e pareti a non finire, contribuendo a legare indissolubilmente un’immagine di innocente e perfetta infanzia al concetto di angelo cherubino. Insomma, parliamo di tanti mini-Cupido, i cosiddetti amorini o puttini.

La parola cherubino deriva da keruv in ebraico, più precisamente dal plurale, keruvim. Probabilmente la radice semitica alla base è relativa al concetto di pregare e benedire. Questa pura bontà, che si cela nella parola e nel carico di significati da essa veicolato, ha quindi portato nei secoli ad una cristallizzazione e idealizzazione dei cherubini in esseri alati dalle fattezze infantili (come se fosse possibile idealizzare un essere già ideale, perfetto e sublime quale è un angelo). Gli artisti non hanno fatto altro che buttarsi a capofitto in questo mare di dolce ed eterea bellezza, regalandoci capolavori come ‘Il trionfo di Galatea’ di Villa Farnesina (qui sotto in foto), o ‘La camera degli sposi’ a Mantova.

Ma il cherubino biblico è ben diverso, e fa pure un po’ impressione: secondo Ezechiele ha quattro ali e quattro facce, una d’uomo, una di leone, una di bue e una di aquila (i simboli dei quattro evangelisti, tradizionalmente legati anche alle quattro costellazioni dei segni fissi, Toro, Leone, Scorpione e Acquario), inoltre ricopre un ruolo di protezione verso l’Arca dell’Alleanza e l’ingresso del paradiso. Nell’angelologia cristiana dello Pseudo-Dionigi l’Areopagita, i cherubini sono secondi solo ai serafini in ordine di importanza, si trovano nell’ottavo cielo, quello dello zodiaco e amano profondamente Dio. Insomma, niente bimbi volanti che scagliano freccette a forma di cuore.

Come è avvenuto con la parola serafino, anche il cherubino è passato per la via onomastica ed è diventato pure un nome proprio di persona, oggi sicuramente raro e dal gusto antico, nondimeno largamente usato in passato. Un piccolo esempio di ciò, tra l’altro perfetto in quanto ‘nome parlante’, è l’androgino personaggio di Cherubino ne ‘Le nozze di Figaro’ di Mozart, di eterea e leggiadra bellezza proprio perché è interpretato da una cantante en travesti.

Parola pubblicata il 18 Febbraio 2022

Parole semitiche - con Maria Costanza Boldrini

Parole arabe, parole ebraiche, giunte in italiano dalle vie del commercio, della convivenza e delle tradizioni religiose. Con Maria Costanza Boldrini, dottoressa in lingue, un venerdì su due esploreremo termini di ascendenza mediorientale, originari del ceppo semitico.