Circonfondere
cir-con-fón-de-re (io cir-con-fón-do)
Significato Circondare sparsamente qualcosa o qualcuno, pervadere, avvolgerne l’intorno
Etimologia voce dotta recuperata dal latino circumfùndere ‘spargere intorno’, composto di circum ‘intorno’ e fùndere ‘spargere’.
Parola pubblicata il 23 Ottobre 2021
Questa è una parola in cui trattenersi. Spesso i dizionari la marcano come letteraria, e questo può farci pensare che debba restare un passo fuori dai nostri discorsi, che sia adatta a cantare qualcosa di maggiore rispetto all’umile nostra vita comune. Non è così: lo sguardo, la sensibilità della lingua letteraria è spesso accessibile, e anzi è proprio quello che si cerca, ciò che permette di non perdersi le sottigliezze della vita.
A ripensarci, ad anni di distanza, mi ricordo quel gruppo di amiche e amici circonfuso nella luce del tramonto sulla spiaggia; vedo te e il tuo volto circonfuso di riccioli indomiti; partiamo per la passeggiata di buon mattino, quando le cime dei colli sono circonfuse di nubi; una pala d’altare può essere circonfusa da un alone di mistero — chi l’ha dipinta, da uno di leggenda; e non è la sola musica, ma un’aura più sottile a circonfondere il musicista seduto al pianoforte.
Definire il ‘circonfondere’ — che come vediamo ha la versatilità di attagliarsi a luci, capelli, aure, dicerie, nebbie e non solo — non è semplice. Si potrebbe dire ‘circondare’, ma ‘circondare’ è un’azione molto fisica, spessa, corporea. Il ‘pervadere’ invade, non sta solo intorno. Un ‘avvolgere’ ci evocherebbe uno stringere, un involtare forse più leggero, ma con un tratto di chiusura. Chiediamo all’etimologia.
Il latino circumfùndere ha in origine il significato di ‘spargere intorno’. E senza sinonimi calzanti che ci aiutino a definirlo nell’accezione italiana, proprio questo resta il significato con cui possiamo propriamente continuare a immaginarlo. Ci racconta di qualcosa che sta sparso intorno a qualcos’altro. Un’aura che in questo preciso senso circonda, incorporea, che pervade l’aria e il contorno, che avvolge ma aperta, impalpabile, sfilacciata, diffusa — in una sorta di campo.
Una realtà tutt’altro che astratta e rara. Certo, il circonfondere non è un fenomeno, un atto che si noti come il mangiare e il saltare; ma se vogliamo parlare, raccontare o anche solo cogliere e pensare il modo in cui gocce d’acqua iridescenti ci circonfondono durante la battaglia di schizzi, quello in cui la nebbia circonfonde le luci dei lampioni o la luce aranciata circonfonde il cielo notturno della città, il modo in cui la superstizione circonfonde ogni gesto della vicina di casa, questa parola ci permette di individuare e distinguere in maniera evocativa (fotografica, artistica, ieratica) un filo di mondo comune e preciso.