Concento

Le parole della musica

con-cèn-to

Significato Insieme armonioso di voci o strumenti

Etimologia voce dotta recuperata dal latino concentus ‘armonia, accordo, canto a più voci’, derivato di cantus ‘canto’ col prefisso cum-.

  • «Gli uccellini faranno anche un soave concento, ma io voglio dormire!»

L’italiano moderno ha due parole equivalenti, concento e concerto, che presentano però etimologie distinte. Concento nacque infatti con un’accezione musicale che concerto inizialmente non aveva, poiché è un esito del verbo latino concerto, ‘io gareggio’.

Nel 1334 l’anonimo redattore dell’Ottimo Commento della Commedia di Dante utilizzò il termine concento descrivendo «il concento e melodia del moto del cielo». Dante chiamò invece «anime conserte» le anime beate ‘intrecciate’ ordinatamente insieme, con un uso che ritroviamo ancora oggi nell’espressione ‘a braccia conserte’. Più tardi conserto, da consĕro ‘io intreccio’ (per esempio: intreccio un serto d’alloro), diventerà anche sostantivo e sinonimo di concerto.

Nei trattati del Quattrocento e del Cinquecento concentus indicava in genere una sequenza di suoni, simultanei o meno, ma si adattava anche a molte altre accezioni, sempre musicali. Per esempio, il teorico tedesco Andreas Ornithoparchus nel 1517 usò il termine concentus per indicare la melodia del canto gregoriano, mentre la parola accentus delineava la declamazione liturgica, che non era un cantare vero e proprio.

Abbiamo invece uno dei primi riscontri del termine concerto in musica appena due anni dopo, nel 1519, quando l’ambasciatore di Ferrara assistette a Roma all’intermedio I Suppositi di Ariosto. Lo spettacolo venne arricchito dalle scenografie di un giovane che, nonostante l’età, era già un mito: Raffaello Sanzio. Il legato riferì che nel corso della recita «vi fu anche un concerto di voci in musica». I primi usi musicali di concerto e del sinonimo conserto sembrano perciò riferirsi semplicemente a un insieme di voci o di strumenti per cantare e suonare.

Verso la fine del Cinquecento proprio a Ferrara si affermò un ensemble tutto al femminile, un «nobil concerto» voluto dal duca Alfonso II d’Este, che ne andava particolarmente fiero. Le giovani signore, cantanti e strumentiste tra le migliori e le più belle d’Italia, erano trattate con tutti gli onori del caso. I resoconti su di loro sono a dir poco leggendari. Si dice che meravigliassero gli astanti non solo per il virtuosismo ineguagliato dei loro ‘concenti’, ma anche per l’aspetto e i modi raffinatissimi; le movenze del corpo erano tanto leggiadre, che quando entravano in sala sembrava che volassero.

Frattanto, intorno alla metà del Seicento, emerse la forma del ‘concerto grosso’ in cui si contrapponevano il ‘ripieno’ e il ‘concertino’. I due gruppi si alternavano in una sorta di dialogo. Non è ancora Natale, ma possiamo ascoltare questo movimento dal Concerto grosso di Corelli scritto per la notte della Natività; il ‘concertino’ suona le tre righe superiori.

Tramontava così l’epoca equilibrata del madrigale, in cui tutte le voci della composizione avevano la stessa importanza e creavano un armonioso concento. Si apriva la strada a una nuova concezione virtuosistica e individualista dell’artista, con una ricerca dell’affermazione personale che porterà al divismo delle prime donne e dei castrati nel Settecento. In questo senso si potrebbe interpretare il successo della parola concerto rispetto a concento. In tale nuova situazione gli esecutori sembrano quasi gareggiare tra loro, in una sorta di certame musicale – l’io gareggio che dicevamo all’inizio – che culminerà con il concerto per strumento solista e orchestra.

Oggi l’uso della parola concento nella lingua italiana è riservato a solenni occasioni erudite o letterarie, soprattutto se riguardano il canto o la recitazione di versi. Il termine concerto è invece molto vivo e grazie alla sua etimologia può vantare un ventaglio di applicazioni notevolmente ampio, da una decisione presa di concerto, al concerto rock, fino al concerto di clacson che arriva dalla strada.

Comunque, per quanto possa suonare di gusto rétro, concento conserva tutta la sua intelligibilità e può anche essere speso con ironia. O con-cento giochi di parole.

Parola pubblicata il 03 Dicembre 2023

Le parole della musica - con Antonella Nigro

La vena musicale percorre con forza l'italiano, in un modo non sempre semplice da capire: parole del lessico musicale che pensiamo quotidianamente, o che mostrano una speciale poesia. Una domenica su due, vediamo che cos'è la musica per la lingua nazionale