Concorso
La strana coppia
con-cór-so
Significato Partecipazione con altri; selezione indetta fra più aspiranti; competizione sportiva o artistica
Etimologia dal latino concursus ‘affluenza di massa, l’accorrere di molte persone’, ma anche ‘scontro, attacco, tumulto’, da currere ‘correre’ col prefisso cum ‘con’.
Parola pubblicata il 22 Giugno 2021
La strana coppia - con Salvatore Congiu
Parole sorelle, che dalla stessa origine fioriscono in lingue diverse, possono prendere le pieghe di significato più impensate. Con Salvatore Congiu, insegnante e poliglotta, un martedì su due vedremo una di queste strane coppie, in cui la parola italiana si confronterà con la sorella inglese, francese, spagnola o tedesca.
Strano come la forza dell’abitudine ci renda opache le parole più trasparenti. Che concorso sia il participio passato di concorrere (ossia correre insieme) è chiaro a tutti – se ci pensiamo; ma di solito non ci pensiamo, anche perché le competizioni, per i più giovani, ormai sono contest, mentre ai meno giovani ‘concorso’ evoca anzitutto quello per titoli o esami con cui si selezionano gli impiegati nella pubblica amministrazione. Quindi niente corse, parrebbe: solo file e file di candidati chini sui banchi in aule gravide di silenzi e trepidazioni.
Poi, certo, a livello metaforico la corsa c’è eccome: con-correre allo stesso premio, o posto, equivale a com-petere (e petere in latino è chiedere, pretendere, aspirare a qualcosa); se siamo concorrenti non corriamo insieme, ma da direzioni diverse verso la stessa sedia, e qualcuno resterà inevitabilmente in piedi. In sé, però, il correre del concorso non è necessariamente competitivo: nel grande concorso di pubblico ad un evento, nel concorso di cause che producono un determinato effetto e nel concorso di colpa in un incidente c’è semplicemente partecipazione, incontro, convergenza. È così anche nell’inglese concourse, che – oltre a ‘folla’ e ‘affluenza’ – oggi denota soprattutto l’atrio, lo spazio di ingresso e sosta del pubblico in stazioni e aeroporti. Può sembrare un trasferimento semantico ardito, ma in fondo non è che un familiare passaggio metonimico dal contenuto al contenente.
Più sorprendente il tedesco Konkurs, che significa unicamente ‘fallimento, bancarotta’, e la cui evidente somiglianza col nostro ‘concorso’ potrebbe apparire pura casualità. Invece, il tedesco ha semplicemente mutuato un’accezione molto precisa del latino concursus: il concursus creditorum (concorso dei creditori), ossia la compresenza in tribunale dei creditori per spartirsi quanto resta del patrimonio del debitore fallito (e questa sì, è una con-correnza competitiva, giacché ogni creditore vorrebbe per sé la parte maggiore possibile). È un’accezione che echeggia anche in italiano, ma solo nell’ambito del diritto fallimentare: le procedure concorsuali, qui, regolano i rapporti coi creditori nel momento della crisi dell’impresa. Comunque sia, anche l’accezione tedesca non è che l’esito della solita metonimia, stavolta dall’effetto alla causa.
Tiriamo le somme. Il concursus latino parlava di affluenza e quindi di incontro, trapassando anche – fatalmente – nello scontro, nell’attacco, nel tumulto. Gli erano del tutto sconosciuti, invece, i significati innestati sulla sua pianta dalle lingue moderne: la competizione (in latino certamen), le accezioni fortemente metonimiche dell’inglese e del tedesco nonché, naturalmente, il concorso come forma di reclutamento dei dipendenti pubblici. Naturalmente perché, se si volesse chiedere come si chiamava in latino questa selezione, s’incorrerebbe in un palese anacronismo, essendo l’amministrazione pubblica dell’antica Roma molto diversa e le assunzioni non certo ispirate a trasparenza e pari opportunità. Per farla breve: in latino il nostro ‘concorso’, semplicemente, non si chiamava. E nelle lingue odierne, invece?
Dipende. In quelle germaniche, a differenza dell’italiano e di altre sorelle romanze, non si usa lo stesso termine per indicare la selezione di un pubblico funzionario e una corsa di cavalli (concorso ippico), una pratica commerciale (concorso a premi) o una gara di avvenenza (concorso di bellezza): per queste cose, l’inglese ha contest e competition, il tedesco Wettbewerb. I termini grossomodo corrispondenti al nostro ‘concorso’, invece, sono descrittivi e trasparenti: Auswahlverfahren, selection procedure – procedura di selezione, appunto – ma soprattutto non implicano per forza un meccanismo verticistico, di massa e centralizzato. Per l’assunzione dei docenti, ad esempio, nella maggior parte dei Paesi europei vige un sistema di reclutamento aperto, demandato alle autorità locali e alle singole scuole. Insomma, in molte lingue moderne, seppur con le dovute differenze, alla fin fine è come in latino: il nostro ‘concorso’ non si chiama.