Corallo

Parole semitiche

co-ràl-lo

Significato Animale invertebrato marino appartenente alla classe degli Antozoi, che vive in colonie di polipi e che dà vita alle barriere coralline tropicali grazie allo scheletro calcareo di forma arborescente da essi prodotto; sfumatura di rosso; in gemmologia, pietra preziosa di origine organica

Etimologia dal latino corallium, prestito dal greco koràllion, è probabilmente di origine semitica, dalla parola ebraica goral, ‘sasso, pietra’.

In questo mirabile dipinto, ‘La Madonna di Senigallia’, l’artista rinascimentale Piero della Francesca rappresentò un Bambinello benedicente con il petto adornato di una bellissima collana corallina. Lo stesso gioiello ritorna nella Pala di Brera, dello stesso artista, ma stavolta su di un Bambinello dormiente. Queste sono solo due (ma fra le più belle) delle tante testimonianze artistiche che mostrano l’uso ornamentale e simbolico che nei secoli si è fatto di questo misteriosissimo materiale, a metà strada tra il regno animale, il regno vegetale e quello minerale. Infatti il corallo che conosciamo è l’accrescimento scheletrico, calcareo ma arborescente, di una colonia di polipi dall’aspetto floreale — tanto che la loro classe è nota come Anthozoa, letteralmente ‘fiori animali’.

Gli sono stati attribuiti poteri di tutti i tipi: dal saper respingere il diavolo, al proteggere i bambini (in quanti cassetti giacciono braccialettini d’oro con sfere minute di corallo, ricevuti per battesimi e compleanni?), al prevenire le burrasche, allo scacciare il malocchio… se interroghiamo gli scrittori classici, Ovidio ci risponderà che nacque dal sangue della Medusa quando Perseo le tagliò la testa; se guardiamo alla tradizione cristiana, vi troveremo un nodo di simbologie, da quella della doppia natura, umana e divina, di Gesù, a quella sanguigna del suo sacrificio. Insomma, poche altre pietre hanno goduto di tale e tanta ammirazione nella storia umana.

L’origine della parola ‘corallo’ è ancora misteriosa, anche se la teoria più recente avanza che dietro il greco koràllion si possa nascondere un’anima semitica. Alcuni dizionari, infatti, suggeriscono di andare a fare un confronto con la parola ebraica goral che significherebbe ‘piccolo sasso usato per il sorteggio’. Oggi è una materia pregiata per l’oreficeria (pensiamo a centri di eccellenza nella sua lavorazione, come Torre del Greco e Trapani), ma sembra che nel vicino oriente, anticamente, si consultassero gli oracoli e si tirassero le sorti usando frammenti di corallo.

Si usa quindi la parola ‘corallo’ nel modo più semplice: quegli orecchini di corallo ti stanno una meraviglia! Che invidia sapervi in vacanza ad ammirare la barriera corallina. Ma non solo: il caratteristico cromatismo di questo materiale, che varia da un rosa pallido e cremoso ad un rosso intenso tendente all’aranciato, ha fatto sì che con corallo si intenda una gamma di sfumature del rosso. Ecco quindi che possiamo dire di aver regalato ai nostri amici un set di lenzuola pregiate color corallo per il loro matrimonio.

Il corallo, dunque, fa parte del nostro parlare sia per la sua regale dignità di animale sottomarino misterioso e fragilissimo, sia per il suo essere materiale pregiato in oreficeria, sia per il suo colore inconfondibile ed elegante. E proprio il suo colore è un monito: lo sbiancamento dei coralli è una delle innumerevoli conseguenze del riscaldamento globale. Col suo comportamento, l’umanità ha messo in pericolo la sopravvivenza di questo meraviglioso essere sottomarino. Il corallo, che sarà anche capace di scacciare il malocchio e le invidie, riuscirà a salvarsi dalle nostre nefandezze?

Parola pubblicata il 03 Dicembre 2021

Parole semitiche - con Maria Costanza Boldrini

Parole arabe, parole ebraiche, giunte in italiano dalle vie del commercio, della convivenza e delle tradizioni religiose. Con Maria Costanza Boldrini, dottoressa in lingue, un venerdì su due esploreremo termini di ascendenza mediorientale, originari del ceppo semitico.