Cosmico

cò-smi-co

Significato Relativo al cosmo; universale; eccezionale

Etimologia voce dotta, recuperata dal latino tardo cosmicus, prestito dal greco kosmikós, da kósmos ‘cosmo’.

C’è differenza fra cosmico e cosmetico, ma è difficile dire se sia una differenza sottile come il taglio della galassia o spessa come il tratto di una matita da occhi.

Hanno un’origine comune, di una pulizia somma: kósmos, in greco è originariamente l’ordine. Così da un lato l’ordine si fa ornamento, e sistema di ornamento cosmetico, dall’altro si fa insieme totale di ciò che è ordinato, e perciò mondo, e universo.

Il latino, diretto e un po’ terragno, s’inventa un universo che è, in maniera semplice e intuitiva, un tutt’uno; il cosmo greco invece si plasma su un fatto mistico e mitico che richiede riflessione, un fatto che si dà per scontato e che invece, con un pensiero in più, diventa disorientante, esaltante e incombente: esistono leggi che regolano il mondo. Il contrario è (o sarebbe) il vuoto abisso del caos.

Ora, ‘cosmo’ in italiano non ha avuto la fortuna di ‘mondo’ o ‘universo’: rispetto a questi è un termine ripreso più tardi, nel Cinquecento (abbiamo dovuto imparare di nuovo il greco antico), e non ha avuto la loro stessa penetrazione nella lingua comune, né ha maturato la loro versatilità. Non dirò che mi sono divertito un cosmo, o che la saga di romanzi è ambientata in un cosmo fantastico. Il cosmo resta soltanto l’insieme celeste dello spazio, delle energie e delle masse che esistono. E questo tratto di fissità si ripercuote anche sul cosmico — ma con qualche sorpresa.

La qualità del cosmico racconta innanzitutto ciò che è proprio del cosmo o relativo al cosmo: si può parlare delle forze cosmiche, delle leggi cosmiche, delle ipotesi di viaggi cosmici. Vediamo che queste espressioni hanno una precisione notevole, che le distingue da sinonimi quali possono essere l’universale o lo spaziale: se parlo di forze universali magari sto facendo un discorsone sull’amore, se parlo di leggi universali magari sto parlando di diritto naturale, forze o leggi spaziali hanno un tono da Federazione galattica; il viaggio universale sa di qualcosa condotto dentro di noi o in un’unità ideale, il viaggio spaziale può anche essere piuttosto domestico. Tirando in ballo il cosmico, nessuno avrà dubbi che parlando di raggi cosmici si tratti di particelle e radiazioni che trascorrono lo spazio interstellare, nel preciso contesto dell’ordine celeste.

Però cosmico può anche essere usato in senso figurato. Può essere allargato a significare ciò concerne tutta la realtà, e quindi arrivare all’universale. Però il sapore resta differente: parlare della pace universale e della pace cosmica ha effetti diversi sulla nostra immaginazione. L’universale può essere completamente scontornato e ha volentieri un tratto ecumenico, il cosmico ha sempre un che di vasto e incombente, di un’assolutezza meno domestica. E questo si può apprezzare anche nell’altro significato figurato di eccezionale, straordinario: se dico che le tagliatelle del babbo sono spaziali, schiero l’entusiasmo dei miei dieci anni, se dico che sono cosmiche faccio vibrare una sfumatura lievemente disorientante di inafferrabile misticismo.

Parola pubblicata il 08 Maggio 2021