Dimidiato
di-mi-dià-to
Significato Dimezzato; incompleto, parziale
Etimologia voce dotta recuperata dal latino tardo dimidiare, da dimidiatus, a sua volta derivato di dimidium ‘diviso in mezzo’, da medius ‘mezzo’ con prefisso separativo dis-.
- «La sua autorevolezza ne è uscita dimidiata.»
Parola pubblicata il 25 Marzo 2025
Ma non è semplicemente un ‘dimezzato’? Sì, è un ‘dimezzato’, ma non semplicemente. E vedremo come è che torna buono.
Propriamente è participio passato del verbo ‘dimidiare’, una variante dotta di ‘dimezzare’ — un allotropo. In altre parole, il latino tardo conosceva il verbo dimidiare, un derivato di dimidiatus, che a sua volta veniva da dimidium, ‘tagliato nel mezzo’ (un derivato di medius). Da quel dimidiare, per via popolare, di bocca in bocca, è maturato l’italiano ‘dimezzare’, mentre il nostro ‘dimidiare’ è stato recuperato più tardi come prestito dal latino.
Ora, siamo intorno ai significati di ‘dividere qualcosa a metà’, o ancor di più del ‘ridurre qualcosa alla metà’ — o, se non è proprio la metà, in maniera considerevole. Il dimezzare ha la caratteristica di parlare molto chiaro: è comunissimo, squaderna il suo significato in maniera trasparente, e il riferimento alla metà è palese. Tutti pregi, si direbbe, ma questo mette un po’ di ruggine nella possibilità di ingranare significati estesi: scrollarsi di dosso l’evidenza di quel 50% non è semplice.
Lo fa, per carità. Ma se parliamo di affari dimezzati, di viabilità dimezzate, di opere dimezzate, la figura che proiettiamo nella mente di chi ci ascolta o legge (e di cui abbiamo la responsabilità) probabilmente non è quella del ridotto, dell’incompleto, del parziale: è quella letterale del ‘ridotto alla metà’. C’è un’ineludibile quantificazione.
Il dimidiato, umbratile e schivo, anche se è davvero la stessa zuppa, parla in maniera più velata — grande effetto dei latinismi, che fra l’altro rendono spesso discreti significati altrimenti spiattellati. Questo gli dà la possibilità di un destino meno numerale, e un più facile acceso a significati estensivi che non vogliano parlare precisamente di metà perse.
Se parlo di come il rivolgimento abbia dimidiato il giro di affari, di come dopo la calamità la viabilità sia ancora dimidiata, di come l’opera ci sia giunta dimidiata, come anche della segretaria di partito dimidiata dalla sconfitta elettorale, anche se alla lettera parleremmo di qualcosa ‘privato della metà’, il riferimento quantitativo viene trasceso, e il dimidiato si muove in maniera versatile nell’orizzonte del ‘fortemente ridotto’ — nella quantità sì, ma anche nella forza, nel prestigio. Peraltro lo fa in maniera elegante, sobria, senza le esagerazioni proprie di sinonimi come ‘decimare’ o ‘abbattere’ (o la falsa impressione di esagerazione del ‘falcidiare’) — ma anche in maniera più intensa rispetto al pianissimo ‘diminuire’.
Insomma, è un latinismo abbastanza inconsueto, perfino letterario, eppure ha una sfumatura insostituibile.