Donde
dón-de
Significato Da dove; dal quale, dal luogo da cui; attraverso cui, per dove; dal che, da cui (in senso causale)
Etimologia dal latino de unde ‘da dove’ (anche se già il solo unde aveva questo significato).
- «Sono stato scortese, ma ne avevo ben donde.»
Parola pubblicata il 27 Agosto 2022
Una parola che ci proietta in un lungo passato, che va dai nostri nonni fino agli antichi avoli dell’Italia del primo medioevo. Già perché il fatto che ‘donde’ sia un termine antiquato è recente: è stato usato con naturalezza corrente fino a pochi decenni fa. Oggi invece resta solo in registri pretenziosetti o ironici, e nella simpatica locuzione «ne ha ben donde».
Questa parola di chiara altezza letteraria non è stata forgiata in una fucina artistica, poetica, ma foggiata nei passaggi di bocca in bocca di un latino che trascolorava in un’altra lingua — la nostra: l’espressione classica de unde, che semplicemente voleva dire ‘da dove’, si plasma in un donde unico, che viene raccolto per iscritto.
Ma tocchiamo il punto più ostico: come si usa il donde.
Gli usi di ‘donde’ si articolano un pochino rispetto al semplice originario ‘da dove’, ma non molto. In particolare contempliamo due generi di casi. Il primo è quello delle proposizioni interrogative, dirette e indirette («Donde viene questa notizia?» «Mi chiedo donde venga questo squisito formaggio dall’odore perfido»). Nel secondo genere ha un valore relativo, col significato di ‘dal quale, da cui, dal luogo da cui’ («Abbiamo fatto una camminata su un monte donde si dipartono tre fonti» «Vengo donde vieni tu, siamo concittadini»), ma anche con quello di ‘attraverso cui, per dove’ («Questa è la fessura donde passa lo spiffero» «Non so donde si possa uscire, morremo in questi corridoi»).
L’aura rétro o addirittura arcaica che promana da questa parola è forte — ed è un’aura ambivalente, perché se da un lato può essere usata per elevare ad altezze oscure un discorso che si prende molto sul serio, dall’altro il suo contegno ingessato può essere un grimaldello di simpatia. Quando comunichiamo a babbo e mamma la nostra nuova idea che in una certa misura già sospettiamo bislacca, se ci chiedono donde ci viene, questo può anche stemperare la tensione del giudizio, mentre l’amministrazione che ci domanda donde proviene il documento che presentiamo si mostra inaccessibile e puzzona.
Come dicevamo c’è però un altro caso d’uso del donde, molto rilevante — in cui questo avverbio mostra un valore causale. In realtà è estremamente contiguo a quello che ci dipinge una provenienza: il ‘da dove’ e il ‘perché’ sono concetti prossimi, pensiamo a quando chiedo da dove saltano fuori questi numeri, non sto davvero chiedendo da quale luogo le cifre sono zompate all’aria aperta, ma quale è la concatenazione di cause che le ha fatte manifestare così. Posso parlare delle premesse donde si deducono le conseguenze, posso chiedermi donde tu tragga tanta sicurezza.
Se le cause, le ragioni sono buone e fondate, allora si può dire che, chi le ha, ne ha ben donde. Ne ha ‘ben da cui’, ‘ben per cui’ sostenerle. La vicina di casa mette ad asciugare i panni sul pianerottolo e afferma di averne ben donde, la zia non vuole partecipare al torneo di briscola in coppia con noi e afferma di averne ben donde perché non ci ricordiamo le carte che passano, lo zio a cena beve solo acqua e ne ha ben donde, perché col vino messo in tavola si potrebbe condire l’insalata.
Un’espressione sonora, in cui le occlusive b-d-d rintoccano, e il loro scampanellio vintage dà allegria e smalto alla frase.