Grimaldello
gri-mal-dèl-lo
Significato Arnese per aprire serrature senza la chiave; espediente
Etimologia diminutivo del nome proprio Grimaldo.
Parola pubblicata il 27 Febbraio 2020
gri-mal-dèl-lo
Significato Arnese per aprire serrature senza la chiave; espediente
Etimologia diminutivo del nome proprio Grimaldo.
Parola pubblicata il 27 Febbraio 2020
Il grimaldello è il classico strumento ladresco, un ferro ritorto che permette (a chi lo sa usare) di aprire serrature senza bisogno della chiave. Il fatto curioso è che prende il suo nome da un nome proprio di persona.
Si tratta di un termine almeno trecentesco, ma ci sono attestazioni anche precedenti di omologhi latini — insomma si parla di tempi in cui il nome ‘Grimaldo’ era, anche se non più sulla cresta dell’onda, certo meno caricaturale di quanto non lo sia oggi. Già perché si tratta di un nome di ascendenza germanica, presente sia presso i Longobardi sia presso i Franchi, e forte quindi di qualche secolo di avvicendamento nella penisola italiana durante l’alto medioevo.
Peraltro è esistito in diverse varianti, che negli adattamenti italiani da Grimaldo portano a Grimoaldo ma anche fino a Gariboldo e Garibaldo (sì, ‘Garibaldi’ è un cognome di questo ceppo). Ma per arrivare al grimaldello non dovremo parlare della dinastia di Grimoaldi che furono duchi di Benevento fra VII e IX secolo, né di Grimaldo di Baviera, che perì contro Carlo Martello; nemmeno dovremo parlare del genovese Grimaldo Canella, capostipite della famiglia dei Grimaldi (quella del principe di Monaco, per intendersi) e vissuto nel Millecento. Ne parliamo come nome proprio, sì, ma generico.
Si sa che il gergo criminale ha i suoi tratti pittoreschi, e fra questi c’è (evidentemente non da poco tempo) la tendenza a dare un nome proprio ai ferri del mestiere, quasi fossero complici. E il nostro complice di scasso si chiama Grimaldo, anzi affettuosamente diminuito si chiama Grimaldello. Su come questa usanza onomastica si sia determinata a convergere su questo preciso nome non si può dire niente con certezza, anche se…
Il suono conta. C’è una certa fatica, nel suono di ‘grimaldello’, le consonanti si susseguono come tentativi di angolazione del ferro, occludendo, vibrando, mugugnando e scorrendo tacca tacca quasi fosse un mormorio di parafrasi del tentativo di scasso. Ci sono comunque linguisti che suggeriscono un passaggio intermedio, per cui il nome all’arnese da scasso sarebbe dato solo in seconda battuta, essendo in primis attribuito (con gusto littizzettiano) al membro virile, rispetto a cui il passo metaforico è breve.
Infine, figuratamente (anche se, curioso, l’uso figurato è attestato prima di quello concreto) il grimaldello diventa l’espediente, lo strumento con cui si può forzare discretamente una chiusura. Posso parlare dei grimaldelli della pubblicità, con cui manomette il mio senso critico e mi porta a desiderare l’inutile, del grimaldello di un’argomentazione sottilmente personale con cui si può persuadere qualcuno, del grimaldello dell’ironia, che riesce a far scattare le serrature delle convinzioni.