Epistola
e-pì-sto-la
Significato Lettera, missiva; componimento in forma di lettera; parte della Messa in cui sono letti brani delle lettere degli Apostoli; lettera, messaggio lungo e noioso
Etimologia voce dotta recuperata dal latino epistola, prestito dal greco epistolé ‘messaggio’, da epistéllein ‘ordinare su qualcosa’, composto di epí ‘sopra’ e stéllein ‘ordinare’.
- «È arrivata anche a te la sua epistola, stamani?»
Parola pubblicata il 27 Aprile 2024
Oggetto semplice, parola elevata. Un contrasto brillante, che offre una quantità di esiti di significato precisi e divertenti.
Diciamo che l’epistola è la lettera. L’etimo greco ce la presenta in una delle sue funzioni più antiche e potenti — l’epistola nasce in senso generale come modo per dare un ordine riguardo a una certa faccenda (alla lettera ‘ordinare sopra qualcosa’). Però insomma, con le lettere e i messaggi si fanno molte cose, e infatti questo tratto stretto non resta, nell’evoluzione dell’epistola.
Anzi, ad esempio l’epistola si fa genere letterario. Un po’ perché chi è grande a scrivere fa grandi opere anche per lettera (è sempre un’occasione in cui si mette nero su bianco un pensiero, magari già con l’idea che sia qualcosa di più di una mera, privata corrispondenza). Un po’ perché è uno stratagemma esperto, una trovata che rende più interessante l’espressione di un concetto. In altri termini, posso esprimere un ragionamento così, senza contesto, magari perfino rivolto direttamente a chi mi segue; ma se il mio ragionamento si inquadra in qualcosa che sto dicendo a Caio, ecco che si aggiunge il gusto, se non proprio di origliare o ficcanasare, almeno di seguire il modo in cui altre persone stanno discutendo, e di che cosa.
Abbiamo epistole antiche che continuano ad essere frequentatissime — pensiamo alle lettere degli Apostoli. Addirittura la parte della Messa in cui si leggono prende proprio il nome di ‘epistola’. Abbiamo epistole che nascono con modestia pensandosi già pubblicate, come tante di quelle di Petrarca, che toccano i temi più disparati. Ma sono suggestioni (e pose) che si prestano a tutto: perfino una poesia cardinale come Dei sepolcri di Ugo Foscolo è in effetti un’epistola (andò di moda, come genere lirico-didascalico, fra Sette e Ottocento).
Ora, tutta questa alta serietà letteraria poteva non attirarsi il fulmine dell’ironia? L’epistola diventa per antonomasia il messaggio lungo e noioso. Prima di aprire un occhio al mattino già sentiamo incombere la caterva di epistole che dovremo leggere e a cui dovremo rispondere; nella chat di gruppo c’è sempre chi interviene con epistole sussiegose e susseguenti; e scorriamo pagine e pagine dell’epistola che ci arriva dall’agenzia per poter individuare la singola informazione rilevante che intendeva comunicare.
Una risorsa splendida, che coniuga l’aulico con la capacità di trarre smalto e brillantezza anche dalla polvere.