Erario
e-rà-rio
Significato Amministrazione finanziaria dello Stato, tesoro pubblico
Etimologia voce dotta recuperata dal latino aerarium, da aes ‘rame, bronzo’.
- «Questa è la cifra che deve all'erario.»
Parola pubblicata il 28 Febbraio 2023
e-rà-rio
Significato Amministrazione finanziaria dello Stato, tesoro pubblico
Etimologia voce dotta recuperata dal latino aerarium, da aes ‘rame, bronzo’.
Parola pubblicata il 28 Febbraio 2023
Non dobbiamo pensare che le parole cambino i loro significati attraverso i secoli a un ritmo uniforme. Ci sono periodi di trasformazioni e assestamenti che sembrano definitivi. Questa parola ce lo mostra con grande chiarezza.
‘Erario’ è un termine ancora in ampio uso per indicare l’amministrazione finanziaria dello Stato, e in genere il tesoro pubblico. Si usa quando si vuole dare un certo tono aulico alla frase: se prevedo un vantaggio per i conti pubblici, do l’impressione di un discorso più terragno, se invece prevedo vantaggi per l’erario faccio vedere che sono studiato. In generale conferisce un tono tecnico, padrone, distaccato. E questo è il significato attuale e stabile del termine.
Ma in passato, in italiano, è andato oltre questo significato: vi si sono intrecciati molti livelli. Ad esempio, nel medioevo ha avuto il taglio della ‘cassa’ e perfino del cassiere, del camerlengo, anche senza la qualifica pubblica. E in poesia è stato esplorato quale tesoro in genere. Ma il termine latino aerarium, adattato nell’erario, aveva dei significati più strettamente corrispondenti a quelli attuali. Resta da capire da dove salti fuori.
Aerarium è derivato di una parola latina importantissima, anche se non ha discendenti diretti in italiano: aes, cioè ‘bronzo’ (anche ‘rame’, che in effetti è il componente principale della lega del bronzo). Naturalmente, se ci figuriamo l’ultima Repubblica e il primo Impero, possiamo considerare che le casse dello Stato fossero farcite di centinaia di tonnellate d’oro e d’argento, non di bronzo. Ma Roma nasce umile, e la prima monetazione fu di bronzo. Addirittura, all’inizio gli scambi economici si basavano sull’aes rude, che non era nemmeno una moneta, ma un pezzo di bronzo irregolare, da pesare volta per volta; ci fu una prima svolta con l’aes signatum, un lingotto che iniziava ad avere una certa regolarità e che portava dei segni di garanzia dell’emittente.
In una foto di LmK, aes signatum conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana, lingotto con sopra in rilievo un tridente decorato.
Nel III secolo a.C. si stabilizzò invece la produzione dell’aes grave — che ci appare come dev’essere una moneta, per quanto sia ancora ottenuta per fusione e abbia dimensioni... abbondanti (l’asse pesava quasi tre etti).
Così il nome ancestrale del metallo resta legato al centro più importante della sua conservazione in qualità di moneta, e l’erario continua a ricordare il suo inizio di bronzo anche quando si riempie d’argento, d’oro, di banconote e titoli, di conti smaterializzati.