Guardingo

guar-dìn-go

Significato Cauto, circospetto, che non si fa cogliere di sopresa

Etimologia dall’ipotetica voce germanica wardon ‘sorvegliare’, col suffisso -ing che caratterizza diverse parole di questa provenienza.

Nel guardingo c’è circospezione, sospetto, un’incertezza prevenuta, prudente, calcolata. Niente sorprese, per il guardingo, è all’erta e anticipa ogni cosa: e la sua qualità sta tutta in uno speciale modo di guardare.

Che sia perché è un comportamento, quello guardingo, che ci rappresentiamo bene negli animali vigili e cauti, che sia per il suo suono stretto e scuro, che vibra in bocca e nel naso con un che di ringhio d’avviso, con una durezza germanica tanto nella radice quanto nel suffisso (-ing), il guardingo ha un impatto immaginifico superiore a qualunque suo sinonimo. L’avveduto, il cauto, il prudente, il vigile a petto suo paiono usciti da un edificante manuale di economia domestica dei tempi andati.

C’è un’eccezione, quella del circospetto, che etimologicamente ci mostra un guardarsi intorno attento e per cautela (ci immaginiamo lenti i suoi passi, e silenziosi). Ma la qualità del guardingo non spazia intorno dardeggiando a ruota: è tutta concentrata nel fuoco dello sguardo, stretto sotto sopracciglia aggrottate, che rende pronti a scattare a ogni segnale non solo minimo, ma già paventato.

Non stupisce che questa sua intensità evocativa l’abbia preservato dai tempi di Boccaccio fino a noi. Sembra proprio che una parola così potente sia stata conservata con cura particolare, dacché è nata. Dopotutto è della famiglia del guardare ma anche della guardia, e il tipo di vigilanza del guardingo è praticamente un presidio, colorato con particolare passione, quasi con una verve drammatica.

Non a caso il guardingo, come sostantivo, è anche la torre di vedetta presso le mura, di cui resta sbiadita memoria nella toponomastica delle nostre antiche città. Rappresenta il crinale, noto ma sempre caldo, in cui si incontrano l’essere minaccioso e l’essere cauto, il diffidente e il prudente, e non si sa se è un comportamento corretto finché non si rivela esagerato o giustificato.

Parola pubblicata il 18 Giugno 2020