Imponente

im-po-nèn-te

Significato Grandioso, solenne; enorme, ingente; che incute rispetto

Etimologia participio presente di imporre, voce dotta recuperata dal latino imponere, derivato di pònere ‘porre’ col prefisso in- ‘dentro’.

  • «È una decalogia imponente.»

Osserviamo questo fatto: ‘imponente’ è participio presente di ‘imporre’. Però la ‘montagna imponente’ non ci impartisce comandi. C’è evidentemente un punto di scarto semantico, una balza che fa proseguire la parola per un alveo inatteso — o forse più d’uno.

Se guardiamo all’imponere latino, e all’imponens, non troviamo niente di deviante — si parla di oggetti che vengono posti, opere che vengono collocate, giudizi e qualità che vengono attribuite. Dopotutto, si capisce bene, siamo sostanzialmente davanti a un ‘mettere dentro’, o ‘mettere sopra’. Ma questo è il primo punto a cui fare attenzione: sono atti tutt’altro che banali o lievi, badiamo bene. Sappiamo bene come un applicare, uno stabilire siano gesti di potere: così l’imporre diventa un far rispettare, un costringere ad accettare, anche direttamente un comandare. Anzi, il senso originario più neutro si fa sfuggente, e ne resta vestigio in espressioni desuete come ‘imporre il nome’ — che certo ogni bebè si vede imporre senza contraddittorio, ma che voleva essere più blandamente un ‘mettere’.

Il gesto dell’imporre ha questo carattere di potere, e la sua apparenza com’è?
Maestosa. La manifestazione del comando ha un carattere di enormità, di ingenza, di solennità, e incute naturalmente rispetto, anzi soggezione. Nel Settecento, leggendo in francese, chi parlava e scriveva in italiano s’imbatteva facilmente in un imposant che mostrava un ventaglio di significati interessante: era qualità di chi faceva una forte impressione, e suscitava rispetto — tendendo al senso d’importanza. Ma la dimensione morale confina con quella fisica, e così sono imponente tanto come generale a cavallo, alto sulle staffe e sciabola in mano, quanto come gourmand che passa i pomeriggi ad aumentare la sua circonferenza in pâtisserie.

Nel cogliere la suggestione e ripetere l’imposant francese nell’imponente italiano, acquisiamo il significato già trasformato; addirittura oggi, per noi, un imponente che abbia solo una dimensione morale è insolito. Al museo il reperto imponente sarà il colosso, non il piccolo manufatto decisivo, che è stato una svolta o è tuttora un enigma; all’università la personalità imponente magari è di autorità estrema — ma l’immagine nella nostra mentre procede facendo metafora intellettuale di una proporzione fisica. Sicuramente la personalità imponente giganteggia, infatti.

Da quest’inversione otteniamo gli imponenti fianchi della montagna, rotti da cenge e crode, gli edifici imponenti davanti a cui trasecoliamo, la folla imponente che gremisce la piazza — come anche narrazioni imponenti che hanno informato una generazione, versi brevi e imponenti.

Autorità, rispetto, solennità, grandezza, e risalendo comando, collocazione, stabilimento. Dopotutto, se dicessimo che l’imponente ci pare ci torreggi sopra, addosso, dentro, non descriveremmo almeno in parte la nostra sensazione davanti ad esso? Questi sono i segreti custoditi dall’etimologia, a cui ci piace accedere.

Parola pubblicata il 14 Settembre 2023