Introiettare
in-tro-iet-tà-re (io in-tro-ièt-to)
Significato Interiorizzare, accogliere nel proprio io, con un meccanismo inconscio, pensieri e atteggiamenti esterni
Etimologia dal tedesco Introjektion, modellato sulla parola Projektion, cioè ‘proiezione’, con sostituzione di pro- ‘davanti’ con intro- ‘dentro’, prefissi a un derivato del verbo latino iàcere, ‘gettare, buttare’.
- «Frequentando quella compagnia ho introiettato alcuni dei giudizi che vi girano.»
Parola pubblicata il 22 Gennaio 2023
Non c’è da stupirsi se questa parola, appartenente al campo della psicanalisi, derivi dal tedesco prima ancora che dal latino: la scienza che sonda le profondità della mente umana ha parlato questa lingua sin dalla sua nascita con Sigmund Freud. Il suo uso psicanalitico lo si deve ad un amico e collega del viennese, l’ungherese di origine galiziana Sándor Ferenczi, ed è attestato a partire dalla prima decade del XX. Va tuttavia segnalato che il termine era già comparso nell’Ottocento in campo filosofico, nelle opere del tedesco (guarda un po’) Avenarius.
Introiettare significa interiorizzare, fare proprio, un atteggiamento, idea o pensiero di qualcun altro. Si tratta di un meccanismo inconscio che avviene inesorabilmente e che fa parte del processo di strutturazione della nostra psiche attraverso il quale, per esempio, apprendiamo la convenzione del linguaggio o facciamo nostri certi codici comportamentali. L’introiezione, per certi aspetti, si oppone alla proiezione, mediante la quale si opera un trasferimento di pensieri o atteggiamenti propri dal mondo interiore verso l’esterno.
L’etimologia di introiettare, come si è detto, passa attraverso il tedesco. Il termine Introjektion è un neologismo coniato usando parti di origine latina. Notiamo soprattutto il prefisso intro- che parla appunto dell’interno, del dentro. -iezione, invece, come accade con proiezione, eiezione, deiezione e molte altre parole, ha radice nel verbo latino iàcere, col significato di buttare, gettare. Con l’introiezione, quindi, buttiamo dentro di noi ciò che esterno, mentre nella proiezione gettiamo fuori ciò che è nostro.
Come accade spesso con parole che hanno una dimensione tecnica, il significato di ‘introiettare’ va però oltre la specificità prettamente psicanalitica: può diventare una parola che identifica l’atto del ‘fare proprio’ con incisività e ricercatezza, anche in contesti più generali. Il vivere da tanto tempo in Francia non le ha fatto introiettare l’abitudine della pernacchia, per fortuna! A forza di frequentare musiciste orchestrali ho introiettato un certo gusto per gli abiti neri. E col lavoro che faccio ho introiettato una solida abitudine a farmi i fatti miei.
Ovviamente introiettare si adatta anche all’ambito accademico, in cui idee, concetti, scoperte e assunti sono il pane quotidiano dei ricercatori d’ogni campo. È in questo uso, allora, che si può pienamente gustare il significato dell’introiezione come quello della contaminazione: l’eminente politologo in questa tesi mostra come ha introiettato la lezione del grande filosofo ottocentesco, notiamo come la saggista eclettica introietti metodologie di ricerca di diversi campi dello scibile, mentre la critica osserva come gli impressionisti introiettarono nel loro stile un certo gusto orientale, contaminando le loro opere con stilemi tipici delle stampe giapponesi.