Filosofia
fi-lo-so-fì-a
Significato Attività di pensiero che investe i fondamenti della realtà, i principi e le cause, le condizioni della conoscenza, i valori e i problemi legati all’agire umano; pensiero di una scuola filosofica; orientamento fondamentale; serenità
Etimologia voce dotta, recuperata dal latino philosòphia, prestito dal greco philosophía, composto di phílos ‘amico’ e sophía ‘sapienza’.
Parola pubblicata il 28 Settembre 2021
Le parole e le cose - con Salvatore Congiu
I termini della filosofia, dai presocratici ai giorni nostri: l’obiettivo è sfilare parole e concetti dalle cassette degli attrezzi dei filosofi per metterli nelle nostre — rendendo ragione della dottrina con la quotidianità. Con Salvatore Congiu, un martedì su due.
Che cos’è la filosofia? E a cosa serve? Ad esaminare gli usi quotidiani di questa parola, si resta un po’ interdetti: passiamo da una stoica sopportazione delle avversità della vita (“Devi imparare a prenderla con filosofia”) ad un’assertiva visione imprenditoriale basata su determinati principî (“Questa è la filosofia della nostra azienda”), per concludere con un vano e ozioso sottilizzare (“Sì, vabbè, se ci mettiamo a fare della filosofia non andiamo da nessuna parte…”). Insomma, uno spiazzante connubio di rassegnazione, pragmatismo commerciale e astrattezza teorica. Ma cosa ne dicono gli stessi filosofi?
Pitagora – che secondo la tradizione fu l’inventore del termine e il primo a definirsi tale – non aveva dubbi sul ruolo del filosofo nel consorzio civile: a detta di Cicerone, egli paragonava il mondo a una sagra o fiera, a cui alcuni partecipano per coprirsi di gloria nelle gare, altri per arricchirsi comprando e vendendo, altri ancora, semplicemente, osservando con attenzione ciò che accade e cercando di capirne il senso e i motivi. Questi ultimi sono i filosofi. Non c’è dubbio, quindi: la filosofia non serve a farsi largo nella vita; è un’attività teoretica, contemplativa.
In cosa, poi, esattamente consista tale contemplazione lo precisa Platone, che nel Simposio traccia un parallelismo illuminante tra filosofia ed Eros. Quest’ultimo è descritto come figlio di Poros (espediente, risorsa) e Penia (povertà, bisogno), concepito nel giorno della festa per la nascita di Afrodite. Data la sua origine, Eros più che un dio è un demone, intermedio tra uomini e dèi, sempre alla ricerca del bello ma perennemente insoddisfatto, «povero e scalzo» ma anche «avido d’intendere» e «dedito a filosofare per tutta la vita». Gli dèi, infatti, non filosofeggiano perché già sapienti, e neppure gli ignoranti lo fanno, perché non sanno di non sapere. Per filosofare, dunque, bisogna stare a metà, come Eros, che desidera la bellezza perché ne è privo ma ne sente il fascino. E siccome tra le cose più belle c’è la sapienza, Eros aspira al sapere, quindi è filosofo.
Siamo approdati, chiaramente, alla definizione etimologica della filosofia: amore della sapienza. Aspirazione, cioè, non a questo o quel sapere o tecnica particolare, ma a ciò che costituisce il fondamento di ogni scienza, a partire da un atteggiamento di curiosità intellettuale che è quanto di più umano esista, ma allo stesso tempo, secondo Aristotele, ci rende simili a Dio: se, infatti, «la ragione è qualcosa di divino nell’uomo, la vita secondo ragione è divina rispetto alla vita umana».
Tornando sulla Terra, però, non abbiamo ancora risposto alla domanda “a cosa serve la filosofia”. Potremmo azzardare qualche argomentazione: serve a bazzecole come interrogarci su chi siamo e cosa vogliamo, a riflettere su cosa è giusto o sbagliato, a fare chiarezza sulle parole e i concetti che usiamo quotidianamente senza pensarci. La risposta perfetta, però, ce la dà ancora una volta Aristotele: la filosofia non serve a niente, perché non è serva. La filosofia è ricerca disinteressata del vero, è fine a sé stessa – ossia libera: come ci ha insegnato Kant, l’uomo è libero solo se è fine a sé stesso, se si considera ed è considerato come scopo, non come strumento, mezzo per qualcos’altro.
Ecco: anche riflettere su come l’espressione fine a sé stesso sia divenuta comunemente sinonimo di ‘sterile’, ‘inutile’ è, nel suo piccolo, filosofia.