Inviso

in-vì-so

Significato Malvisto, oggetto di avversione

Etimologia voce dotta recuperata dal latino invisus ‘malvisto, odioso, detestato’, propriamente participio passato di invidère ‘invidiare, guardare male’.

Per capire l’inviso, parola elegante e pulita, dobbiamo chiarirci le idee sull’invidia, che è ambigua e non è da sempre quella che ci immaginiamo oggi.

L’invidiato, l’invidiabile, il fare invidia ci evocano facilmente immagini positive: un risultato invidiato è straordinario e brillante, una forma invidiabile non è certo da tutti (anche se da tutti è desiderata), un agio che fa invidia è sognato e traguardo di un duro lavoro. Ciò non significa che l’invidia sia un sentimento positivo, però.

Il De Mauro lo definisce con nitore: sentimento di astio, ostilità e rammarico per la felicità, il benessere, la fortuna altrui. Pochi sentimenti paiono più fetenti. Ma nelle sue forme più blande, quelle che non danno legna ad astio, ostilità e rammarico, non è che una forma di ammirazione, un desiderio di avere a propria volta ciò che altri hanno — senza detrimento per loro.

Ora, ‘inviso’ è recuperato dal latino invisus, che si può tradurre come ‘malvisto, odioso, detestato’, ma che in effetti è il participio passato di invidere. L’inviso sarebbe quindi un ‘invidiato’ — ma qui dobbiamo applicare subito una correzione alla nostra immagine brillante dell’invidiato che notavamo prima.

L’invidere latino conserva con forza il nesso con lo sguardo, col guardare male, col gettare il malocchio. La nostra invidia è certo una specie del guardare male (di sottecchi ti fisso e mi ingolosisco e arrabbio d’invidia), ma non esaurisce il genere: l’inviso ci rende un ‘malvisto’ più ampio e schietto, senza le doppiezze della nostra invidia. È meramente oggetto d’avversione.

Il vicino è inviso ai condomini perché tiene sul pianerottolo una scarpiera che spande un olezzo perfido, l’ordinanza del sindaco che vieta il giuoco del pallone al parco è invisa a tutti e da tutti spernacchiata, e il patrono che poteva vantare una fitta rete clientelare, a un cambio di vento si ritrova solo e inviso a tutti.

L’inviso non si fa coinvolgere da tutte le circostanziate idee che abbiamo sull’invidia: con la semplice eleganza delle parole che portano significati a partire da gesti, da espressioni del volto, descrive l’oggetto di avversione attraverso i mali sguardi che attira.

Parola pubblicata il 23 Aprile 2020