Laconico
la-cò-ni-co
Significato Della Laconia, regione di Sparta; dei Laconi, degli Spartani; di persona poco loquace, che si esprime in modo essenziale; conciso, essenziale
Etimologia voce dotta, recuperata dal latino Laconicus, dal greco Lakonikós ‘proprio dei Laconi’.
- «Ho ottenuto solo qualche riscontro laconico.»
Parola pubblicata il 14 Dicembre 2022
Il carattere del popolo spartano è estremamente sfaccettato e attraente, e ha un nitore unico: difficilmente una comunità entra nella lingua, col suo nome, avendo un insieme di attributi così chiari, coerenti e incisivi. Ma togliamo un velo: questo è possibile solo in virtù della sfocatura nella percezione di un popolo infinitamente lontano nel tempo, di cui non resta praticamente traccia se non nella materia più resistente lavorata dagli esseri umani: il racconto.
Sappiamo che la gente di Sparta viveva in maniera spartana: che questa frase abbia un senso chiaro, in primo luogo, è bizzarro, in secondo luogo testimonia l’impressione storica che questo popolo ha lasciato. C’è severità, nel modo d’essere spartano, sobrietà austera, rigore, durezza, sia nella dimensione morale e di condotta di vita, sia nella dimensione estetica — premesse di un’efficienza militare che si fa stile di vita.
La considerazione dei caratteri tipici di chi abitava il luogo non è rimasta monolitica attraverso i secoli, e non è chiaro quando e quanto ci sia continuità rispetto a ciò che si pensava di loro in antichità. Ciò che è certo è che l’aggettivo ‘laconico’, che propriamente significa ‘della Laconia’, cioè della regione di Sparta, nel Peloponneso meridionale, a partire dal Cinquecento in italiano ha selezionato i propri significati su un campo estremamente specifico: la concisione nel parlare.
È chiaro: nell’eterna contrapposizione abbiamo da un lato il popolo di Atene, dedito a filosofare e a discutere nelle assemblee — una ciarla continua, pietra miliare dell’Occidente ma per un certo metro sempre ciarla. Dall’altro quello di Sparta, fattivo, concreto, che non si perde in chiacchiere, non si dilunga: s’è mai vista una genìa di militari fanatici che si diffonda in discorsi prolissi, in sbrodolature e svolazzi? C’è però un però.
L’aggettivo ‘laconico’ è piuttosto laconico: ci racconta solo una tendenza all’essenzialità nel parlare, una scarsa loquacità. È un significato vasto, che resta non tagliato: in particolare non ci dice niente sulle sue ragioni di questa manifestazione di parole in scarso numero — ragioni che possono essere le più varie e opposte.
Posso dare risposte laconiche quando temo di tradirmi e non voglio rovinare una sorpresa; ci dà risposte laconiche la figlia quando le chiediamo com’è andata a scuola, com’è andata la serata; è laconico l’idraulico a cui ci rivolgiamo da trent’anni; laconica la critica secca; l’amministrazione dirama una circolare laconica che fa intendere ciò che deve a chi deve intenderla; ed è laconico il commento della persona sotto indagine intervistata dai giornali.
Non resta fissata necessariamente un’essenzialità spartana, nel laconico. Ci può essere delicata riservatezza, inclinazione caratteriale, calcolo, freddezza, imbarazzo — non proprio il modo laconico di essere di un Rambo greco del V secolo a.C. che ci immaginiamo.