Lavagna
la-và-gna
Significato Ardesia; lastra di ardesia o di altro materiale usata per scrivere; pannello per scrivere e mostrare cose durante le lezioni
Etimologia dal nome della città ligure di Lavagna.
- «Vieni alla lavagna.»
Parola pubblicata il 05 Aprile 2025
È sempre sorprendente quando quella che pare un’omonimia casuale si rivela tutt’altro che casuale — e oggi vediamo com’è che il più indispensabile dei supporti per l’insegnamento tragga il suo nome da uno splendido borgo ligure, della Riviera di Levante.
L’associazione inizia a profilarsi durante il Rinascimento. Ad esempio troviamo citate, nel Dell’Architettura di Giorgio Vasari (1568), pietre che tendono al nero che «nascono [...] nella riviera di Genova in un luogo detto Lavagna», il borgo a cui alludevo prima. Già il secolo dopo per lavagna s’intende quello che intendiamo noi, anzi con certi aggiustamenti interessanti di tempi andati: era la lastra di ardesia su cui poteva scrivere ma anche appiccicare cose utili per la lezione; e però, dato il pregio e il costo, poteva anche essere sostituita con una lavagna di panno, in tessuto scuro.
Che presso Lavagna si sia sempre estratta un’ardesia particolarmente apprezzata per fini costruttivi e decorativi è assolutamente vero, e da tempi remoti — cosa non scontata, beninteso: ricordiamoci del pregevole minio, ossido di piombo così detto perché estratto presso il fiume galiziano Miño… senza che esistano giacimenti di questo minerale in Galizia.
È uno dei tanti toponimi, più o meno evidenti, da cui si trae il nome di un elemento della cultura materiale che poi è capace di viaggiare in lungo e in largo. Per non allontanarci troppo, ci basti ricordare che il jeans deriva dal nome di Genova.
È interessante come il nome usato per questa pietra scistosa, che si divide facilmente in lastre sottili, sia prevalentemente quello di origine francese, cioè giusto ‘ardesia’ (un collegamento con i monti delle Ardenne non è da escludere ma è tutt’altro che confermato); dopotutto il prestigio dell’uso come materiale nell’architettura d’oltralpe ha il suo peso, pur se è tradizionale anche in parte d’Italia. Invece la specificità della lavagna di Lavagna si afferma precisamente in ambito didattico, quale pannello su cui si scrive durante le lezioni — con una vivacità che trascende l’ardesia stessa, come abbiamo visto e come possiamo continuare a vedere.
Infatti sono sempre meno comuni le lavagne fatte di lavagna: abbiamo lavagne bianche su cui scrivere con pennarelli appositi, lavagne di carta coi fogli da strappare, lavagne trasparenti, lavagne luminose, oggi soprattutto lavagne interattive multimediali — che consistono in computer, proiettore e sistema interattivo che fanno della lavagna una finestra multimediale. Una vitalità davvero stupenda, quella che permette ai nomi di materiali di trascendere e abbracciare funzioni.
Certo sarebbe interessante capire da dove diavolo salti fuori il nome di Lavagna… ma i toponimi sono difficili da indagare: vivono lunghissime vite solo orali, s’ibridano facilmente, conservano riferimenti obliati. Ci sia dietro un etnonimo, nome di un popolo, magari quello dei Laevi? Si riferisca a un certo Labanium vissuto chissà quando? Ci terremo il dubbio, con una piacevole sensazione di continuità umana, insondabile ma presente.