Lussureggiare

lus-su-reg-già-re (io lus-su-rég-gio)

Significato Essere abbondante, rigoglioso

Etimologia da lussuria, voce dotta recuperata dal latino luxuria ‘eccesso’.

Se leggiamo o sentiamo parlare di un giardino lussureggiante, ecco che ci figuriamo siepi folte, prati aromatici e rigogliosi, fiori carnosi sbocciare in fastigi e grappoli da ogni arbusto e su ogni ramo d’albero, in un trionfo di colori e profumi nel fitto ronzìo di api e bombi, magari in un croscio di torrente. Un luogo incantevole in cui fermarsi — e in effetti anche lo stesso lussureggiante si ferma qui. Esiste quasi esclusivamente in una dimensione di rigoglio botanico, concreta o metaforica.

Non è difficile rendersi conto che lussureggiante è un participio presente, e che lo è del verbo lussureggiare — il quale peraltro ormai condivide del tutto quella stessa dimensione vegetale. Ma pur in questo ambito limitato, in quanto verbo può essere meno oleografico, può proiettare questo rigoglio in modo più vivo e dinamico, con tutta la forza di un suono che è esso stesso di abbondanza lussureggiante.

Quindi possiamo parlare di come il basilico lussureggi nei vasi, di come le orchidee della mamma lussureggino a onta delle nostre, gracili e stenterelle; di come il fianco cupo della montagna che lussureggiava sia stato sfoltito, lasciando al sole il sottobosco. Però, con in mente questo genere di ricchezza, in modo blandamente figurato possiamo anche parlare di come i vassoi di portata lussureggino di delizie, della scultura che lussureggia di dettagli squisiti, dell’articolo che, fitto di citazioni interessanti, lussureggia.

Ma l’origine del lussureggiare è la lussuria. Difatti ha avuto i significati ormai spenti del vivere nelle ambigue mollezze dello sfarzo, e di abbandonarsi a piaceri di dissolutezza sardanapalesca. Avremmo così potuto leggere in diari ingialliti di come la trisnonna lussureggiasse a Vienna, di come il bisnonno frequentasse compagnie lussureggianti — in sensi tutt’altro che botanici. Ma non aveva solo toni sensualmente equivoci, era anche un distinguersi per magnificenza, per vivace ricercatezza.

Questo verbo viene costruito a partire dal termine lussuria nel Cinquecento. E di qui si torna al principio.
Già perché il latino luxuria arriva a significare ‘eccesso’, ‘sfarzo’, dissolutezza’, sì, ma il suo senso primario è stato quello di ‘eccesso di vegetazione’ — un traboccamento verde e distorto, parente del lusso e della lussazione. La brama sensuale che vi riconduciamo è un eccesso astratto che parte dalla bizzarria naturale del rigoglio.

Così, se lussureggiante si ferma nei significati di abbondanza vegetale, si è solo ritirato nella sua accezione ancestrale, lontano dagli attributi sensuali dell’indole umana.

Parola pubblicata il 04 Maggio 2021