Negletto

ne-glèt-to

Significato Trasandato, non curato, dimenticato; sciatto, rozzo

Etimologia dal latino neglectus, participio passato di neglìgere ‘trascurare’, propriamente ‘non accogliere’, composto di nec, negazione, e lègere ‘cogliere, raccogliere’.

Parola ricercata ma non rara, si trova volentieri in discorsi sorvegliati: però a vederne l’etimologia c’è da accomodarsi sulla sedia perché apre uno scenario più profondo di quanto ci si potrebbe aspettare.

Si può dire in breve che il negletto sia il trascurato, perché in effetti la dimensione dell’assenza di cura ne informa tutti i significati: ci si può lamentare del fatto che il parco pubblico sia negletto, e che gli sterpi vi crescano tanto da chiudere quasi il passo; ma si può anche sottolineare come una particolare branca di una disciplina sia negletta negli studi ordinari, o che un autore sia negletto nonostante il pregio delle sue opere. Si può anche notare che l’amico si è presentato alla soirée vestito in maniera negletta, o che poi si sia espresso col console in maniera negletta, per quanto spiritosa.

Quello del negletto però (e questo vale anche per la sorella negligenza, per il fratello neghittoso, tutti figli del negligere latino) è un significato più penetrante: si fonda sulla negazione del cogliere, del raccogliere e più propriamente dell’accogliere. In maniera meno ermetica si può dire che la mancanza di attenzione, di cura, qui passa letteralmente per una incomprensione, per un non comprendere, un non ricevere, un non includere nel proprio agire, nel proprio orizzonte. La mancanza di cura può anche essere ragionevole; il problema del negletto non è una cialtroneria generica, ma quella speciale e irresponsabile del non accogliere come propria una necessità, o un valore, o una regola che è da accogliere, nel non scegliere ciò che andrebbe scelto.

In quest’ottica, parlando del parco negletto, della branca del sapere e dell’autore negletto, così come dell’abito e dell’espressione negletti, vediamo che il senso di trascuratezza s’inspessisce, si appesantisce, e quella che pare una mera parola ricercata diventa una parola grave. Questa gravità forse si coglie meglio nella colpa della negligenza, ma è propria anche del negletto; e a maggior ragione deve quindi essere usato in discorsi sorvegliati: è una parola ricca, e non scivola senza effetto.

Parola pubblicata il 01 Dicembre 2018