Paccottiglia

pac - cot - tì - glia

Significato Roba scadente e da poco, merce di nessun valore; quantità di merci, piccola, che i marinai potevano portare a bordo e commerciare in maniera autonoma

Etimologia attraverso il francese pacotille e lo spagnolo pacotilla, derivato di paca, cioè ‘balla’, attraverso il francese antico pacque, a sua volta dal medio olandese pak, ovvero ‘involto, balla’.

  • «È tornato da suo viaggio con molti regali. Tutta paccottiglia.»

Che la paccottiglia abbia a che fare col pacco non dovrebbe sorprenderci. Ma nel perché e nel come i due termini siano imparentati si nasconde una questione curiosa.
Partiamo dal significato: ad oggi l’uso più comune di ‘paccottiglia’, e anche il primo registrato nei dizionari, è quello di merce di poco conto, roba scadente e di valore infimo. È paccottiglia la collana di strass che mettiamo al collo di nostra figlia mascherata da principessa a carnevale, è paccottiglia quella che troviamo sul banco del mercato (ma in mezzo c’è sempre qualche tesoro), è paccottiglia quella che lo zio conserva esposta nella vetrina.

Fin qui niente di nuovo, di merce scadente ne è sempre stato pieno il mondo. Ma la parola ‘paccottiglia’, col suo suono duro ed articolato, permette di esprimere una sbrigativa sfumatura di disprezzo per ciò che rappresenta, con un suffisso collettivo e spregiativo che riecheggia mondiglia, poltiglia e fanghiglia.

Però ‘paccottiglia’ ha anche un secondo significato, molto interessante: era la quantità di beni che i marinai un tempo potevano portare con sé a bordo delle navi e commerciare autonomamente. Si chiamava ‘diritto di paccottiglia’. Forse, ad influenzare così negativamente il primo significato di questa parola sarà stata anche la qualità della merce che i navigatori andavano vendendo di porto in porto: difficile fossero spezie rare, pietre preziose e stoffe pregevoli. Ovvio, tutto quel che ha a che fare con gli uomini di mare — a meno che non si tratti di ufficiali in alta uniforme che accompagnano le debuttanti al ballo o affascinanti pirati usciti da un romanzo di Daphne Du Maurier — ha ben poco di glamour nell’immaginario comune.

Di certo questa merce che i marinai andavano barattando o vendendo doveva essere ben imballata, ben impacchettata, perché sulle navi il posto è limitatissimo e l’ordine è rigorosamente necessario. Qui riusciamo a capire il nodo etimologico che lega il pacco e la paccottiglia: questa stava effettivamente dentro un pacco, ed entrambi hanno un’origine germanica. Paccottiglia, attestata nel 1765, passando per il francese pacotille e lo spagnolo pacotilla, diminutivo di paca, cioè balla, viene dal francese antico pacque a sua volta dal medio olandese pak (è una lingua che ha viaggiato tanto, per mare). Con quel suono duro e rotto, un po’ pesante, l’etimologia germanica era smaccata.

Per fortuna che il pacco non contiene sempre per forza della paccottiglia! Se poi è del caratteristico colore blu uovo di pettirosso abbiamo buone speranze che sia tutto fuorché della paccottiglia, no?

Parola pubblicata il 29 Marzo 2024