Palinodia

pa-li-no-dì-a

Significato Ritrattazione in versi di quanto affermato in una composizione precedente; scritto o discorso in cui si smentiscono affermazioni precedenti

Etimologia voce dotta recuperata dal latino tardo palinòdia, dal greco palinoidía, composto di pálin ‘di nuovo, all’indietro’ e oidé ‘canto’.

  • «Visto come è cambiato il vento, ha fatto la palinodia di ciò che sosteneva fino a ieri.»

Il concetto intorno a cui ronziamo oggi è molto comune, ma di solito per raccontarlo abbiamo parole tutte dello stesso tipo, parole che hanno una certa aggressività, un certo peso e una certa amarezza. È un concetto che riguarda la correzione di un errore, specie nostro o che ci riguarda in prima persona — e in particolare si sostanzia nel dire che no, qualcosa che era stato detto non è vero.

Guardiamo le parole di questo arcipelago.
C’è la smentita, che contrasta la gravità della diceria e della menzogna chiarendo che qualcosa è falso; c’è la ritrattazione, che torna con una certa fatica e analisi su ciò che era già stato trattato, per riconoscerlo come non vero e riscriverlo; ci sono azioni più gravi, come il rinnegare o addirittura l’abiurare, che correggono questioni pesanti — si rinnegano amicizie, si abiura una fede. Lo sconfessare è un disconoscere con una dimensione pubblica di disapprovazione e attacco (come quando l’ufficiale superiore sconfessa l’inferiore), mentre il ritirare qualcosa ha una sfumatura diplomatica, perfino sussiegosa (ritira quel che hai detto!).

La palinodia è problematica. È smaccatamente greca, e come tante parole greche è alta e poco accessibile — non è di quelle che a una prima occhiata dice tutto. Però è l’unica, letteralmente l’unica parola che abbiamo per dire quella cosa senza concentrarci in maniera troppo evidente su una marcia indietro, su una negazione (i prefissi dell’arcipelago sono tutti ri- e s-, come si può notare), e per farlo senza quel sotteso livore che spesso accompagna il prendere in castagna, il raddrizzare un torto. È una parola pesante, ma l’unica che permetta di comunicare questo concetto con leggerezza, e senza perdere univocità. Infatti alternative come riconsiderazione non vanno proprio nella stessa direzione, sono più incerte negli esiti (non è detto che riconsiderando io giunga a una conclusione diversa).

La palinodia non è sostanzialmente diversa da una ritrattazione: è letteralmente un ‘nuovo canto’, e nell’antichità classica indicava quel genere di componimento in cui l’autore ritrattava fatti e sentimenti espressi in precedenza. In particolare c’è stato un poema (anzi, una coppia) che ha avuto questo nome — la cui storia è leggendaria.

Si tratta delle palinodie di Stesicoro: in un poema su Elena di Troia aveva scritto (siamo nel VI secolo a.C.) che Elena, a fuggir con Paride, si era comportata da adultera. Affermazione discutibile su tanti piani, ma pare che la mancanza di rispetto verso una così nobile donna gli abbia fatto meritare la punizione divina della cecità. Scrisse allora una palinodia per ricostruire la storia in maniera più generosa, ma gliene servì una seconda per arrivare a dire compiutamente che no, in effetti da Sparta con Paride era partito un fantasma di Elena, non Elena, che in verità si era conservata piamente fedele. Scrivendo questa scemenza riacquistò la vista, pare.
Da questa vena viene il senso di sconfessione di idee prima professate, ma forse con un profilo più olimpico, di slancio autentico, meno roso dall’errore.

Un viaggio che non volevamo intraprendere ci porta a fare diverse palinodie che non avremmo immaginato su luoghi e persone; conoscendo meglio il ragazzo dell’amica intravediamo la possibilità di cantare una palinodia alla pessima impressione che ne avevamo avuto; e la segreteria esce dall’errore con la palinodia di nuove, chiare circolari che correggono le prime.

L’impressione della palinodia non è diversa solo perché è elevata: ha anche un senso di libertà, di distanza da quel groppo di sentimenti negativi che di solito si accompagnano a sconfessioni, smentite, ritrattazioni e abiure. Un bel valore — anche se di solito pescare nel torbido ci piace.

Parola pubblicata il 19 Ottobre 2022