Partita

Le parole della musica

par-tì-ta

Significato Parte o elemento separato di un tutto, con significati estesi a vari ambiti (dal gioco al commercio). In musica ha avuto i significati di variazione, di composizione per strumento solo e di suite

Etimologia sostantivo derivato dal verbo ‘partire’ col significato di ‘dividere, spartire’, dal latino partire o partiri, ‘dividere, separare; suddividere, distribuire’, dal latino pars ‘parte’.

  • «Francesca è partita e stasera guardiamo la partita tutti a casa mia.»

Nella lingua italiana il sostantivo partita conserva ancora il ricordo del verbo latino partīre (o partīri), che significava spartire, dividere. Infatti, parte e partita sono in senso lato sinonimi. Come molti ricorderanno, parte è uno dei vocaboli che compare nel primo documento in volgare (il placito capuano, redatto nell’Italia centromeridionale longobarda, «sao ko kelle terre [...] parte Sancti Benedicti»), tra l’altro con lo stesso significato del moderno linguaggio giuridico-notarile.

Passano i secoli e si consolida anche la parola ‘partita’, sostantivo femminile, che i dizionari registrano già dalla prima metà del Duecento. Il Trattato del giuoco della palla del 1555 di Antonio Scaino espone tutto ciò che occorre sapere per giocare un’impeccabile partita.

Sul fronte musicale, nel 1523 Pietro Aaron usa il termine partita come sinonimo di parte: «una sola partita di esso canto, come il tenore». Possiamo immaginare quattro cantori, ciascuno con in mano il suo libro-parte (si chiama proprio così) sul quale cantare la propria linea melodica.

Nel 1589 Prospero Luzi pubblicò un manuale di danza contenente «molte partite et passaggi di gagliarda». La partita si avviava infatti a significare ‘variazione’; i compositori italiani del Seicento ne scrissero numerose intitolate ‘partite sopra’ l’aria di Ruggiero, sopra la Follia, sopra una passacaglia e via di seguito.

Le parole viaggiano con rapidità e si adattano alle nuove circostanze; alla fine del secolo, alcuni musicisti di area tedesca iniziarono a chiamare partita la suite, una forma strutturata in vari movimenti, perlopiù danze. I primi a farlo furono Johann Kuhnau e poi Johann Krieger; quest’ultimo raccolse le sue suites sotto il titolo bilingue Sechs musicalische Partien, Sei partite musicali. Il nuovo significato di partita come sinonimo di suite si definì quindi in area germanica.

All’inizio del Settecento nelle stesse regioni protestanti fu ideata la partita-corale, connessa con il corale. Johann Sebastian Bach, che scrisse alcune splendide partite per strumento solista, recuperò il precedente concetto italiano di variazione proprio in alcune partite-corali per organo; altrettanto fece nell’Ottocento Felix Mendelssohn Bartholdy. Seppure raramente, oggi i compositori coltivano ancora questo genere.

Senza dubbio, invece, la partita prospera rigogliosa nei campi di gioco o comunque fuori dell’ambito musicale. Nelle competizioni agonistiche, dove le squadre avversarie o i contendenti sono realmente divisi, per definizione si mantiene il significato originario di ‘separare’ — la separazione è il presupposto della partita. Separazione, divisione, porzione: così arriviamo alla partita di merci, o alle registrazioni in voci separate delle partite di ragioneria (partita semplice, partita doppia, partita IVA).

Curiosità: come l’impiegò Dante? In vari modi. Per esempio, nel VI canto dell’Inferno, definendo amaramente i suoi conterranei «li cittadin de la città partita»; la sua Firenze era ‘città divisa’, quasi simbolo delle divisioni che regnano nel genere umano. Tuttavia, nel X canto del Purgatorio, dove inizia il primo girone, scriveva:

Dinanzi parea gente; e tutta quanta,
partita in sette cori, a’ due mie’ sensi
faceva dir l’un ‘No’, l’altro ‘Sì, canta’.

Dante e Virgilio, percorsa una ripida salita e giunti a una radura aperta, vedono apparire alcune sculture sullo zoccolo di una parete di roccia. Sono raffigurazioni create da Dio e perciò meravigliose. Pur essendo immobili, di pietra, sono talmente vive che sembrano animarsi, parlare, emettere suoni… I sette cori appaiono «ai due miei sensi», la vista e l’udito, prodigiosamente silenti e canori al contempo. Anche in questo caso partita non è sostantivo; significa sempre, alla latina, divisa, ma come non rimanere incantati dall’uso fantastico — e anche musicale — che ne fa il divino Poeta?

Parola pubblicata il 23 Aprile 2023

Le parole della musica - con Antonella Nigro

La vena musicale percorre con forza l'italiano, in un modo non sempre semplice da capire: parole del lessico musicale che pensiamo quotidianamente, o che mostrano una speciale poesia. Una domenica su due, vediamo che cos'è la musica per la lingua nazionale