Pasdaran
pa-sda-ràn
Significato Appartenente a uno specifico corpo paramilitare costituito durante la rivoluzione islamica iraniana a sostegno della rivoluzione stessa; persona fanatica e intransigente
Etimologia voce persiana, plurale di pāsdār ‘custode, guardiano’ – sottinteso, della rivoluzione islamica – che è un derivato di pās ‘vigilanza’. .
Parola pubblicata il 06 Febbraio 2021
Si tratta di una parola a cui molti, specie in ambito giornalistico, ricorrono volentieri: è d’effetto e si fa notare, anche per il suo esotismo, il suo orizzonte internazionale, e ha un significato figurato estremo — insomma, è un vero petardo lessicale, e non stupisce che sia apprezzata.
Innanzitutto va notato che questa voce persiana in italiano ha numero invariabile, anche se in origine sarebbe un plurale — per la precisione, di pasdar. Ma un tratto essenziale dei pasdaran è proprio la dimensione di gruppo, e quindi questa sbavatura nella ricezione nella nostra lingua ha una ragione.
Si tratta di un corpo paramilitare iraniano che fu fondato nel ‘79, durante la rivoluzione islamica che rovesciò il regno dello Scià e trasformò lo Stato in una teocrazia guidata dall’ayatollah Khomeini (per l’esattezza, il nome è Corpo delle guardie della rivoluzione islamica, sepāh-e pāsdārān-e enghelāb-e eslāmi). La sua creazione rispondeva all’esigenza di avere una forza militare assolutamente devota alla nuova causa: le forze armate regolari erano sospettate di essere ancora fedeli allo Scià, e quindi una potenziale forza controrivoluzionaria.
I pasdaran, in questi quarant’anni, hanno avuto modo di farsi notare a livello globale per il loro fanatismo, per la loro intransigenza estrema che giunge facilmente alla violenza — e sono questi caratteri ad essere stati distillati nel significato figurato del termine. Se parliamo dei pasdaran, parliamo di persone che mostrano un’adesione inflessibile a un’ideologia, a una dottrina, disposte a difenderla oltre ogni ragionevolezza, e senza sottigliezze. Si può parlare dei pasdaran dell’accuratezza storica che sono ciechi alla poesia degli anacronismi di una narrazione, di come l’amico ci renda una risposta da pasdaran quando critichiamo giocosi la sua parte politica, dei pasdaran della vera pizza, per cui solo margherite e marinare hanno diritto di portare questo nome.
Non è un uso isolato: anzi è del tutto comune che i nomi di corpi militari particolari o di correnti armate (anche di tempi andati) finiscano in queste sfere di significato — ma ciascuno ha le sue sfumature peculiari.
Per molti versi ‘pasdaran’ assomiglia a ‘giannizzero’, ma i giannizzeri ottomani evocano più il legame di fedeltà a una persona, piuttosto che a un’idea — e questo vale anche per il ‘pretoriano’, che ha una dimensione più fisica, da guardia del corpo, e una vicinanza strettissima con la persona che difende; per altri versi è davvero prossimo a ‘talebano’, ma questo ha uno spessore che il pasdaran non ha — nel suo integralismo c’è una nota intellettuale più strutturata, ed è meno vicino alla guardia fanatica e picchiatrice di quanto non sia il pasdaran. Insomma, pur se i pasdaran si sono fatti anche burocrati e gente di governo, la loro silhouette figurata continua a renderci il profilo di soldatazzi infiammati.