Pianta
piàn-ta
Significato Organismo vegetale; parte inferiore del piede; rappresentazione grafica orizzontale su cui sono proiettati elementi verticali; organico
Etimologia dal latino planta ‘pianta del piede’.
Parola pubblicata il 31 Marzo 2022
piàn-ta
Significato Organismo vegetale; parte inferiore del piede; rappresentazione grafica orizzontale su cui sono proiettati elementi verticali; organico
Etimologia dal latino planta ‘pianta del piede’.
Parola pubblicata il 31 Marzo 2022
Che parola umile e comune! È in effetti il termine più generico e popolare che abbiamo per descrivere un organismo vegetale — ma possiamo notare subito una cosa: questa è solo una parte della parola ‘pianta’. Che dire della pianta del piede, della pianta in scala del palazzo, della pianta organica del ministero? Sono piante collegate? Sì, e in una maniera che non ci si attende, di quelle che ci riportano dall’altezza del concetto al gesto, alla forma del corpo e alle sue suggestioni.
Il termine latino planta si riferisce primariamente alla pianta del piede, la parte inferiore del piede a contatto con la terra, l’estremo su cui pesiamo quando siamo in piedi. Come accade spesso con le parole che raccontano il nostro corpo, ha un’ascendenza indoeuropea ampia e discussa, che la collega al concetto di ‘piatto’. Ma non pare sia questo generico contatto con la terra ad averne ampliato il significato, quanto un contatto specifico.
Rifacendoci a un passato agricolo ancestrale, in cui gli strumenti sono beni rudimentali e scarsi, ciò che si può fare direttamente col corpo è essenziale. E qual è il modo più semplice di premere la terra, livellandola sui semi, calcandola intorno al fusto della pianta appena piantata? Usare la pianta del piede. È proprio il nome della superficie inferiore del nostro piede, che preme con forza e cura la terra nell’atto domestico della piantagione, ad aver dato il nome a tutto il popolo del regno vegetale, a partire dalle varietà più vicine a noi (ricordate il discorso sulla parola materia?). Non esiste nulla di meno astratto.
Ora, non è cristallino come è che si arrivi alla pianta nel senso geometrico del termine, quale rappresentazione grafica in cui, su un piano orizzontale, si proiettano gli elementi verticali. È un uso che emerge nel Rinascimento, e possiamo pensare che questo uso sia frutto di un insieme di suggestioni — la pianta di un edificio è stata anche specificamente l’insieme delle sue fondamenta, che affondano nella terra, e il progetto di tali fondamenta e dei livelli superiori (il progetto di come l’edificio viene piantato), insieme alla concettuale orizzontalità della pianta (quella del piede è una delle poche superfici stabilmente orizzontali che si trovino in natura), può aver suggerito l’uso.
In epoche posteriori e più burocratiche la pianta diventa anche il ruolo, l’organico di un’amministrazione. Dopotutto la pianta vegetale ha una sua connaturata arborescenza, con un profilo genealogico aveva già avuto i significati di stirpe, di schiatta — e così quando si guadagna un’assunzione nell’organigramma di un ministero, si viene assunti e assunte in pianta stabile.
La pianta, nelle sue varie vesti, popola fittamente i nostri discorsi. Quella di ‘pianta’ è un’idea che chi ha parlato e scritto prima di noi, nei secoli e nei millenni scorsi, ha vissuto intensamente, scovandone profili che ora, a vederli in sintesi, paiono di grande estro poetico, inventati di sana pianta. Ma sono cresciuti in un tempo enorme.
Già, ma se invento qualcosa di sana pianta, qui che c’entrano le piante? Facile: una ‘sana pianta’ è completa, niente le manca. L’invenzione di sana pianta è completa, radicale e slanciata.