Potissimo

po-tìs-si-mo

Significato Che è di assoluta importanza

Etimologia voce dotta recuperata dal latino potissimus ‘il principale, il migliore’, superlativo di potis ‘capace, potente’.

Un’altra magnifica parola desueta, che ci offre uno spaccato non scontato sulle implicazioni di capacità e potere. Peraltro è desueta sì, ma non perduta in secoli lontani, e appartiene a un registro che non la fa suonare male in un discorso di alta formalità, o di alta ironia, o che voglia comunicare ricercatezza. Anche perché in effetti ha un taglio preciso e sorprendente.

In latino potis è un aggettivo che significa ‘capace, potente, che può’ — e germina da una radice protoindoeuropea che si collega a figure di potere. A ben vedere, tutta la famiglia lessicale del potere viene da qui.

Il potissimus traligna. Infatti non è, come ci potremmo immaginare, assimilabile al potentissimo, o meglio, lo è in un modo molto specifico. È il principale, il più importante, il preferibile, l’essenziale. E il nostro potissimo, ripreso come prestito dal latino fra Due e Trecento, cuce queste caratteristiche di importanza assoluta specialmente su ragioni, cause, argomenti.

In altri termini, il potissimo ha un rilievo logico ed eziologico: è attribuito a chi o ciò che ha un maggior ruolo nel portare un effetto, capace di reggere implicazioni in modo decisivo. Ecco, si dice potissimo il fattore preminente, il punto importante.

Così dietro alla nostra decisione di non prendere la pizza c’è la ragione potissima dell’assenza del solito pizzaiolo, che è un maestro, mentre il sostituto lascia a desiderare; questo pavimento ha il pregio potissimo dell’economicità; il fondamento potissimo della riuscita della maionese è la temperatura di uova e olio; e il nonno si trasferisce per il fine potissimo di stare più vicino a te.

Nell’adattamento in italiano gli è rimasto il vestito da superlativo: grammaticalmente non lo è più, ma quello continua a conferirgli un’aura sovrana, che contribuisce con efficacia a segnare il livello d’importanza che significa. Poi certo, l’essenziale, il cardinale, il principale, anche il mero importante sono in grado di veicolare bene un significato analogo, e in maniera più pronta e accessibile.

Ma prontezza e accessibilità non sono valori assoluti. E se non si cerca l’intimità comune dell’essenza, la figura del perno o dell’organigramma, e se non si vuole sguazzare nella normalità dell’importante, il potissimo è lì, appoggiato allo stipite della porta, disposto a intervenire a un nostro cenno spiegando il concetto con la vena del capace e del potente.

Parola pubblicata il 30 Maggio 2020