Recesso

re-cès-so

Significato Il recedere; luogo appartato, recondito, intimo; in diritto, fra gli altri usi specifici, atto con cui un soggetto dichiara di non voler più essere parte di un rapporto giuridico

Etimologia voce dotta recuperata da recessus, participio passato di recedere, letteralmente ‘andare indietro’.

Questa è una parola dalla vita e dalla storia sfaccettata, che ci può far spaziare fra altezze auliche e poetiche e bassezze triviali.

Non stupisce che il recesso, anzi il recessus latino, derivi dal recedere — che come il nostro in italiano è un retrocedere, un ritirarsi, uno scostarsi, uno svanire. (Peraltro è figlio di cēdere, uno di quei verbi che hanno dato origine da soli a una quantità di parole impressionante, e che racconta grossomodissimo un andare.)

Senz’altro ‘recesso’ ci si presenta come una parola di registro elevato. E dopotutto è un termine dotto, recuperato da recessus nel Trecento. Ma recessus non ha avuto solo la vita pulita e ordinata che le parole vivono per iscritto; ha anche attraversato il medioevo di bocca in bocca, riemergendo per iscritto, un po’ provato, nella forma di cesso. Dopotutto il gabinetto è anche noto come ritirata, no? E tale è il colto senso etimologico del termine — a dispetto del quale resta un termine… a buon mercato.

Difficilmente parleremo del recesso come atto del recedere — eccezion fatta per certi usi specialistici, e in particolare giuridici, tutt’altro che irrilevanti: ad esempio, come ogni persona volente o nolente deve sapere, è l’atto con cui si dichiara di non voler più essere parte di un certo rapporto giuridico. Ma in diritto il termine ‘recesso’ ha un successo vivace e variegato.

Già in latino recessus era stato sostantivato: così il recesso (come il cesso) è innanzitutto il luogo appartato. Una zona recondita, solitaria, poco raggiungibile, perfino intima. E in questo senso (che prevede volentieri un uso al plurale) ha una bellezza impressionante, per pulizia e vaghezza allusiva: ci si può domandare quali tesori siano ancora contenuti nei recessi del tempio appena scoperto inviolato; dai recessi della casa della vicina, sempre così aggrondata, giungono lontane eco di samba. E con un passo figurato ulteriore, raccontiamo di come dai recessi della memoria emerge un ricordo che non credevamo di conservare, e di quale nocciolo di sentimento mi sono ritrovato nei recessi cuore, dissipata tutta la tempesta sopra.

Una parola alta ma pronta e spendibile, che ci permette proprietà d’espressione e impatto immaginifico.

Parola pubblicata il 31 Agosto 2021