Scirocco

Parole semitiche

sci-ròc-co

Significato Vento proveniente da sud-est

Etimologia dall’arabo magrebino shoruq, derivato dal verbo arabo sharaqa, letteralmente ‘egli è sorto’.

Giù in strada c’è uno sciroccato che va in giro vestito da Chewbecca declamando poesie del Petrarca, hai visto che razza di sciroccata hanno messo in portineria?

Oramai quasi più nessuno usa questo aggettivo per descrivere persone dal comportamento bizzarro o dall’aria stordita: è una parola che ha un gusto un po’ datato e, se sentiamo qualcuno utilizzarla, quasi ci aspettiamo che arrivi vestito con scarponcini da mandriano e giubbotto di jeans foderato di pelliccia in pieno stile anni ’80. Gli insulti blandi e magari con un retrogusto affettuoso sono parole che seguono la moda: sclerato, paragnosta, schizzato e poi non so quale sia l’ultimo grido… insomma, se cercate sciroccato, lo trovate al mercatino vintage della domenica alla bancarella dei paninari.

Ma lo sciroccato, di base, è un tizio che è rimasto stordito da una folata di scirocco. Questo vento caldo proveniente da sud-est affligge spesso la Sicilia, il Salento e riesce anche a turbare le coste liguri: monta dall’Africa del Nord, solleva la polvere del Sahara e la porta nel Mediterraneo, scaldando l’aria, seccandola o inumidendola se è passato per terre o per mari, rincitrullendo la gente. Molti, infatti, risentono dello scirocco: la luna da dritta diventa storta, ci si alza dalla parte di traverso del letto, magari usando anche il piede sbagliato, ed il risultato è un umore orribile, una sensazione di stordimento e un comportamento sì bizzarro da aver generato l’aggettivo sciroccato. Non è il solo vento a fare questo effetto: il maestrale è altrettanto prepotente e impertinente!

Lo scirocco ha un nome che sa d’oriente. Entrato in italiano attraverso i rapporti commerciali delle repubbliche marinare, forse passando da Genova (vele e velieri possono averci messo lo zampino, chissà!), lo utilizza anche Galileo Galilei. Proviene dall’arabo magrebino shoruq. Questa parola rientra nell’alveo semantico del ‘sorgere’ che in arabo classico si dice sharaqa (anche se sharaqa significa letteralmente ‘egli è sorto’). Essendo riferita al sole, principalmente, tutte le parole derivate ci parleranno quindi dell’alba, della luce e del posto da dove sorge la nostra stella, cioè l’oriente. La parola Mashreq, ad esempio, indica la regione tradizionalmente considerata dagli europei come il vicino oriente: Libano, Siria, Iraq, Giordania, Israele-Palestina. Può anche essere usata per indicare tutti i paesi del mondo arabo che non sono Maghreb. Questo perché Maghreb, oltre ad essere il nome arabo dello stato del Marocco e a significare ponente, luogo dove tramonta il sole, ed il nome dato alla regione nordoccidentale dell’Africa che comprende Marocco, Tunisia, Algeria e Libia.

Lo scirocco, quindi, è il vento che viene dal luogo dove sorge il sole. Sebbene la struttura di questa parola, in italiano, sia giustificata da una solida storia etimologica, foneticamente è poetica, rotonda, gongolante e quasi onomatopeica, al nostro orecchio: l’aria che passa tra gli incisivi fa pensare ad una folata di vento stizzosa, che soffia tra le frasche degli alberi. S’arrotola poi nella vibrante alveolare [r], brevemente, superficialmente, come se la folata avesse incontrato un ostacolo sulla via e lo avesse scartato indispettita. Schiocca poi trionfante nella sillaba finale, roboante e secca: il vento è entrato nella stanza senza bussare e, soddisfatto, è venuto a svegliarci di mattina presto per dirci su, forza, alzati, vieni alla finestra, vieni a vedere l’alba, vieni a vedere il posto dove son nato, quello dove sorge il sole!

E noi sì, ci alziamo, scirocco, ma poi ci lasci di malumore per tutto il giorno, mannaggia a te!

Parola pubblicata il 26 Marzo 2021

Parole semitiche - con Maria Costanza Boldrini

Parole arabe, parole ebraiche, giunte in italiano dalle vie del commercio, della convivenza e delle tradizioni religiose. Con Maria Costanza Boldrini, dottoressa in lingue, un venerdì su due esploreremo termini di ascendenza mediorientale, originari del ceppo semitico.