Sonno

són-no

Significato Tempo e condizione di riposo fisico e psichico degli animali e della specie umana, stato di quiete e di riposo della natura, in generale momento di inattività. Stanchezza e fiacchezza che inducono ad addormentarsi

Etimologia dal latino somnus, da una radice protoindoeuropea ricostruita come suepno-.

Lo stato del sonno è dalla notte dei tempi un mistero affascinante che la scienza ha solo recentemente schiarito in parte. Di fatto si tratta di un momento e una condizione di riposo fisico e psichico che dura un limitato numero di ore durante le quali il corpo recupera le energie e il cervello rielabora tutti i dati e gli stimoli ricevuti durante la veglia. Per gli antichi, però, che ignoravano tutte queste belle cose scientifiche, il sonno non era poi così dissimile dalla morte.

È una parola fondamentale, che possiamo osservare da vicino. Foneticamente si dimostra molto incisiva. Sonno sembra sospingerci verso le coltri sotto cui trovare riposo: un avvicendamento morbido, tondo, cupo, nasale che sa di mugghio intontito di persona addormentata che proprio non vuol saperne di svegliarsi.

Se ci concentriamo sulla sua etimologia, allora scopriamo che ‘sonno’ deriva dal latino somnus, a sua volta da una radice protoindoeuropea ricostruita come suepno-, antecedente anche di termini derivati dal greco hypnos (sonno, appunto) come ‘ipnosi’. Ed è proprio nella cultura greca che il binomio ambiguo e pauroso del sonno e della morte assume una dignità olimpica nelle divinità Hypnos, dio del sonno, e Thanatos, ovvero morte, fratelli gemelli figli di Nyx, la notte.

Che il sonno, la morte e la notte siano collegati indissolubilmente nel pensare umano non stupisce: l’oscurità, fisica o metaforica, è l’elemento che li accomuna fatalmente e che dà scaturigine ad una quantità di significati simbolici e figurati di cui si pasce l’immaginario — con la differenza che dal sonno si torna, che il sonno è una vita quiescente. E allora sì, dopo una lunga giornata di lavoro ci viene un gran sonno, lo zio Guido dorme il sonno dei giusti dopo il suo allenamento, invidiamo il sonno puro e denso dei bambini, ma non ci stupisce leggere del sonno della civiltà, del sonno in cui caddero le coscienze in quei tempi oscuri, di agenti segreti in sonno pronti ad essere attivati.

Vale la pena citare una delle opere più conosciute di Francisco Goya, grande artista spagnolo, perché ha investito il sonno di un peso proverbiale. Si tratta di un’acquaforte intitolata ‘Il sonno della ragione genera mostri’, in cui un uomo, stravolto da un tormentato sonno che lo ha colto mentre stava seduto al tavolo a scrivere, è circondato da spaventosi animali notturni e fiere arcane che sorgono dai recessi più atri dietro o forse dentro di lui.

Parola pubblicata il 12 Dicembre 2021