Specola

spè-co-la

Significato Osservatorio astronomico; punto elevato o cima di un edificio da cui si può osservare il cielo; punto di vista

Etimologia voce dotta recuperata dal latino specula ‘vedetta, osservatorio’, da spècere ‘osservare’.

Un caso stupendo di come le parole cambiano e acquistano un tono da tempi andati perché a cambiare sono le nostre città, e il modo in cui si conduce la ricerca.

È una parola che emerge nel rinascimento, recuperata dal latino — in cui ha i significati di osservatorio, altura, cima. È in generale il luogo di vedetta, e trae questo suo nome da un verbo, spècere, che origina anche lo speculum, lo specchio (letteralmente, lo ‘strumento per guardare’). Il fatto curioso è che viene recuperata non tanto in riferimento ai vasti rilievi che fanno da osservatorî naturali, ma in una dimensione specialmente artificiale, architettonica.

La specola è il luogo (del palazzo, s’intende, non della casupola) da cui si può osservare il cielo — un vero e proprio osservatorio astronomico, o semplicemente un punto elevato, una sommità da cui si possono condurre bene queste osservazioni. È un termine che testimonia l’antico rifiorire dell’interesse verso questa scienza, e che ancora dà il nome a torrini e, per eccellenza, ad edifici interi attrezzati con simili postazioni. (Io penso alla Specola di Firenze, sede del Museo di storia naturale, chiusa fino a data da stabilire, la cui torre ospita alla sommità una sala ottagonale che dà sul cielo a 360°.)

Ora, questo significato si è generalizzato per significare il belvedere, l’altana, la cima aperta a una vista panoramica — resta l’elemento architettonico, non la sua funzione celeste e astrofila. Anche perché l’inquinamento luminoso delle città, che trasforma l’adamantino cristallo nero del cielo in un opaco bibitone nerancione, fa sì che difficilmente una specola urbana dei tempi andati permetta più osservazioni di sensibile rilievo scientifico, o anche solo amatoriale. Si può quindi continuare a parlare delle specole che spuntano fra i tetti delle case, dell’alta specola affacciata sulla piazza, delle specole segrete che conosciamo solo noi e dove passiamo i momenti di pausa con qualche collega.

Ma in maniera molto significativa la specola diventa anche, in senso figurato, il punto di vista, la posizione ideologica. Ha un bel tratto poetico capace di ridare smalto e senso a metafore così usate da non far più percepire il senso proprio originale. Così potremmo parlare delle impressioni sulla situazione che abbiamo avuto dalla nostra specola, facciamo notare all’amico che le sue idee prendono corpo da una specola estremamente personale, e viaggiando incontriamo usi che secondo la nostra specola abituale sono barbari, ma che impariamo a giudicare altrimenti.

Che splendore, una parola che dalle cime di vedetta romane battute dal vento si fa architettura slanciata per ricerche squisite e di somma altezza — e metro di una porzione di cielo, di cognizione del mondo.

Parola pubblicata il 16 Novembre 2021