Sommo

sóm-mo

Significato Altissimo; che ha il grado più alto in una gerarchia; massimo, eccellente; sommità

Etimologia dal latino summus ‘il più alto’.

Una parola asciutta e semplice — come una vetta. Il summus latino giunge al sommo italiano senza soluzione di continuità, attraverso l’uso popolare, con modifiche minime, e conserva un significato cristallino e versatile: il più alto, il culmine, chi o ciò che è superiore al resto.

Eppure è una parola che proprio per la letterale elevazione del suo significato si è conquistata un gusto letterario, e un’aura di serietà olimpica. Parlare del sommo di un monte è ricercato, tanto che spesso lo preferiamo stemperare in sommità; e lo tolleriamo bene quando è tenuto con le presine di un’espressione stereotipata: si raggiunge una capacità in sommo grado, si ricapitola per sommi capi, si discute del sommo bene, si parla del Sommo Pontefice e del Sommo Poeta.

Fuori da questi modelli è meno comune che si scelga di sostenere il peso di questa parola. Però senza suonar bizzarri possiamo parlare dell’amica come somma conoscitrice dell’opera di Tolkien, degli artisti sommi nati in una cittadina, dei vini sommi decantati dallo zio, delle somme ricchezze maturate in un pellegrinaggio a piedi. È una parola che se usata fuori standard fa percepire in modo incisivo la serietà (o l’ironia) con cui se ne considera la qualità. Anche per questo non ha bisogno di comparativi e superlativi: il sommo è assoluto.

E anche se i linguisti non sono concordi nell’individuarne l’etimo, è una parola con un’origine dalle radici senz’altro profonde. Secondo alcuni è da ricollegare a sub, ‘sotto’, o perché indica in origine un movimento dall’alto in basso, o perché ne è antico superlativo — misurando con un primigenio ‘molto sotto’ una distanza estrema che il sommo stacca fra sé e noialtri. Un’idea consonante anche con quei tratti di solitudine lontana, poco amichevole, poco complice, che il sommo ha. Ma altri vi riconoscono semplicemente una radice proto-indoeuropea, condivisa col super, proprio col significato di ‘il più alto’. Che si rivelerebbe, così, resistente a dir poco.

Una di quelle parole che magari oggi non useremo, ma che è un attrezzo di profonda nobiltà — ed è importante averla pronta.

Parola pubblicata il 25 Marzo 2021