Spranghetta

spran-ghét-ta

Significato Diminutivo di spranga; punto di filo di ferro usato per riparare terraglie rotte; mal di testa e intontimento causato dall’aver bevuto troppo

Etimologia diminutivo di spranga, che è dal longobardo spanga, con inserzione di una ‘r’ forse per influsso di ‘sbarra’.

C’è una certa varietà di parole ed espressioni che si possono usare per significare quello stato di disorientamento, malessere generale e testa dolente che viviamo la mattina dopo una nottata di bevute spinte. Le più ricorrenti paiono essere ‘dopo sbronza’ e ‘dopo sbornia’, espressioni pratiche, dirette ed evocative, spesso raffinate sostituendo il ‘dopo’ con un ‘post’ latineggiante, ma non si deve scordare la soluzione dei ‘postumi della sbronza’, a ben vedere un’espressione davvero ricercata, una considerazione quasi medica; ultimamente si è preso un certo spazio l’inglese ‘hangover’, che sa dare una dimensione internazionale da terrazza newyorkese anche ai due litri di rosso che ti sei bevuto alla sagra della pannocchia.

C’è però un’alternativa splendida, per quanto vi si ricorra decisamente meno, per descrivere questo stato: la spranghetta. No, non s’intende uno stato d’intontimento come se qualcuno ti avesse tirato una piccola spranga sul capo. La spranghetta (in effetti propriamente diminutivo di ‘spranga’) si è guadagnata un significato specifico. Si tratta di un punto di fil di ferro con cui si rimettono insieme i cocci di terraglia: il risultato non è impeccabile, forse servirà del mastice e piccole perdite permarranno, ma l’immagine è molto più forte e circostanziata del prosaico e asciutto ‘cerchio alla testa’, che indica solo lo stringere di un dolore. Qui c’è una testa-vaso che si è spaccata nella sbronza e che dolorosamente viene rabberciata insieme col fil di ferro: per questo si ha la spranghetta. E quindi classicamente posso chiedere di tenere le tapparelle un po’ abbassate perché ho ancora la spranghetta da ieri sera, l’amico come rimedio contro la spranghetta si beve due litri di acqua frizzante, e certo che hai la spranghetta, ti sei bevuto una bottiglia della peggiore sottomarca di rum che hai trovato, ringrazia di non essere sotto a un cipresso.

Un termine ruspante, che s’intende bene anche senza padroneggiarlo, e che sa dare un sapore convenientemente popolare a una parte bellamente scomposta della vita.

Parola pubblicata il 07 Luglio 2019