Superno

su-pèr-no

Significato Posto in alto; celeste

Etimologia voce dotta, presa in prestito dal latino supernus, derivato di superus ‘superiore’.

Che questa parola sia percepita come di gusto letterario poco accessibile è davvero buffo: infatti si tratta del contrario preciso di una parola invece comunissima — rispetto alla quale non è tanto più difficile da intendere o da usare. ‘Superno’ è il contrario di ‘inferno’.

Noterà qualcuno che però ‘superno’ è un aggettivo, mentre ‘inferno’ è un sostantivo. Osservazione vera in parte: l’infernus latino prende il profilo di un nome solo in epoca cristiana, descrivendo (come sappiamo) il luogo oltremondano deputato alla dannazione eterna e covo di diavoli. Fino ad allora era stato un aggettivo, che prima di riferirsi alle profondità dell’averno classico descriveva meramente ciò che sta in basso — come peraltro, in un uso un po’ ricercato, può essere in italiano. Come si parla di altezze superne si può parlare di profondità inferne (un’accezione meramente posizionale, senza le implicazioni calorose e doloranti dell’infernale).

Superno è quindi ciò che sta in posizione alta, superiore — in particolare all’altezza massima. Si può parlare di quanto ci ingolosiscano i frutti gonfi sui rami superni dell’albero, dei libri sugli scaffali superni a cui non riusciamo arrivare, delle cupole superne che rendono inconfondibile il profilo della città; ovviamente ci si può spingere oltre, e parlare di astri superni, di orbite superne, di superni vuoti intersiderali — fino a fare del superno il paradisiaco, il celeste, l’idealmente altissimo, il soprannaturale e il divino, qualificando influssi, volontà, leggi superne.

Questa parola (così come il suo rovescio inferno) ha il pregio di un’asciuttezza netta. Non è ingombrante come il superiore, rispetto a cui ha una descrittività meno didascalica, e paradossalmente meno retorica, ed è meno compromesso con concetti di superbia. Difficile individuare altri sinonimi — ci sarebbe il latinismo sùpero, ma è ancor meno battuto, e piuttosto gli preferiamo perifrasi, più a buon mercato.

Il fatto che sia una parola ricercata invita usi alti, e infatti oggi la troviamo usata essenzialmente quando ci si riferisce ad altezze spirituali ineffabili. Che però possono essere volte in ironia (pensiamo alle burocrazie superne che regolano l’ufficio) e che possono scendere tranquille sulle cime superne dei monti senza neve, sulle banderuole fissate ai colmi superni dei tetti, alla bellezza superna del disegno fatto coi pennarelli.

Parola pubblicata il 25 Gennaio 2020