Terzo

tèr-zo

Significato Che corrisponde al numero tre in una successione; ciascuna terza parte uguale di una quantità; estraneo

Etimologia dal latino tèrtius, numerale ordinale derivato di tres ‘tre’, dalla radice indoeuropea ricostruita come treyes, rinvenibile in tutte le lingue del ceppo.

  • «La questione deve essere decisa da qualcuno che sia terzo.»

Alcuni numeri ordinali riescono a fare questo: consegnarci non solo una posizione in una progressione, ma un’intera psicologia. Detta così è quasi incredibile, ma il terzo lo fa in maniera particolarmente netta, e anche elegante.

Naturalmente ‘terzo’, come aggettivo, è chi e tutto ciò che corrisponde al numero tre in una successione: terzo posto nella gara, terza osservazione della critica, terzo punto della ricetta. Altrettanto naturalmente, come sostantivo è anche la terza parte di qualcosa — una delle tre parti uguali in cui è divisa una quantità. Un terzo dell’eredità spetta a te, i due terzi del budget è speso in libri, con la bocca briciolosa nego di aver mangiato un terzo della torta. Per la quasi totalità dei numeri — chi ha conoscenze matematiche mi conforterà — il discorso si esaurirebbe qui.

Ma il terzo è anche l’estraneo. Com’è che nei dizionari e nei nostri discorsi troviamo scontata una questione filosofica così vertiginosa?
Lo viviamo continuamente nelle voci verbali di terza persona, quando consideriamo direttamente che la persona in questione non sia destinataria della nostra frase o sia una persona con cui non abbiamo confidenza — e oltretutto, nella coniugazione, è letteralmente in terza posizione. Lo viviamo in maniera meno evidente ma altrettanto pervasiva nel modo in cui posso essere terzo rispetto a un rapporto giuridico — non sono una parte che si aggiunge alle prime due, sono pianamente fuori.

Il punto è che tu ed io, noi e voi, siamo coinvolti qui e ora in uno scambio, c’è una relazione senza intermediazioni, c’è una partecipazione nella medesima situazione. È qui che nasce il rapporto, la norma, la lingua — la situazione stessa. Il terzo è considerato inevitabilmente come estraneo, nel bene e nel male. Non c’entra, e quindi mi raccomando di non far sapere questa informazione delicatissima a terzi; non voglio che in questo affare fra noi quattro intervengano terze parti; non ha ragione di essere qui, è un terzo incomodo. Ma il fatto che non c’entri significa che può essere terzo imparziale, e così sentiamo l’opinione di un terzo, con la forchetta in mano vi dò un giudizio terzo su quale sia la più buona fra le vostre due lasagne.

Questo ‘terzo’ ci racconta che c’è un nucleo a due parti, nelle interazioni della nostra vita, e che c’è un esterno che può essere tenuto fuori o chiamato dentro per conservare l’equilibrio. Ecco la psicologia del numero — un numero certo fondamentale, forse quello che a livello simbolico è il più fondamentale, è vero. Ma che una posizione in una successione dica qualcosa di come siamo, pensiamo e sentiamo è francamente sorprendente.

Parola pubblicata il 23 Agosto 2023