Viceversa

vi-ce-vèr-sa

Significato In direzione opposta; in modo inverso; invece

Etimologia dalla locuzione latina vice versa ‘mutata la vicenda’.

  • «Prima pigi la frizione, poi giri la chiave, non viceversa.»

Questa non è solo una parola comunissima, è addirittura internazionale — come molti prestiti presi dal latino. È ingombrante, si prende tutto lo spazio che ci vuole per la sua manovra d’inversione, e ha la bellezza specifica conferita dall’allitterazione della ‘v’. Ma sebbene popoli i nostri discorsi, non è banale capire come si profili il suo significato.

Che sia una parola costituita da due elementi è facile da annusare: ‘vice’ e ‘versa’. Il fatto curioso è che entrambi potrebbero veicolarci il medesimo concetto di opposto — basti pensare semplicemente all’invece e all’inverso, non sono più o meno la stessa roba? Qui qualcosa funziona in modo diverso dal solito, pare, ed è l’occasione per capire qualcosa di più sulla ramificazione di significati di termini che frequentiamo come amici.

Il nocciolo controintuitivo del problema è il ‘vice’.
Noi usiamo questo termine soprattutto per indicare una persona che ne sostituisce un’altra titolare in un certo ruolo, in caso di impedimento (e che quindi ha un’aura da numero due). In questo uso è chiaro il senso di ‘scambio, alternativa’ che era proprio del latino vicis.
Ma questo nucleo di significato si estende. Gli scambi, le alternanze, i rivolgimenti di vicis perimetrano una situazione, definiscono una vicenda — o addirittura delle vicissitudini. Vicis diventa anche questo, la vicenda stessa.

Così in questo particolare caso non abbiamo un ‘vice’ che ci parla di un’alternanza in atto, ma più ampiamente di una situazione — anche se si tratta di una situazione che intrinsecamente s’indiividua proprio nel suo cambiare.
Versa, invece, è un participio passato concordato al femminile (vicis è femminile) del verbo vèrtere. Visto che le cose semplici sono belle, questo vertere latino non ha i significati primi che sono propri del nostro vertere (cioè ‘essere in corso’ o ‘avere per argomento’). Il vertere latino è un volgere, rivolgere, girare (ed è in questa veste che lo riconosciamo nell’estroverso, ad esempio): quel versa è un ‘rovesciata, mutata’.

Così il vice versa ha il significato letterale di ‘rovesciata la vicenda’, e in italiano recuperiamo la locuzione nel Seicento, accorpandola in un’unica parola, con dei significati che partono da qui.
Pensiamo al suo ruolo di congiunzione avversativa. Io ho finito il mio lavoro, viceversa tu devi ancora iniziare il tuo; mi aveva garantito che sarebbe venuto anche lui, viceversa è rimasto a casa. È un ‘invece’.
Come avverbio ci parla di direzioni contrarie: conta che dobbiamo fare Firenze-Roma e viceversa. Sai che a ottantasette anni fa ancora tutti i giorni la strada da casa sua al paese e viceversa? Figuratamente la direzione contraria si fa modo opposto. Prima devi girare e poi tirare, non viceversa; prima bisogna pensare e poi parlare, tu fai viceversa.

Il mondo degli opposti e delle avversazioni è sterminato e interessante; il viceversa, pur come latinismo abbastanza al sangue, si è fatto uno spazio splendido nella lingua comune per darci con gusto una speciale scelta di vicende rovesciate.

Parola pubblicata il 25 Febbraio 2023