Affabile

af-fà-bi-le

Significato Che tratta le altre persone in modo amabile e cordiale; cortese, gentile

Etimologia voce dotta recuperata dal latino affabilis, letteralmente ‘(persona) con cui si può parlare’ — dal verbo affari ‘rivolgersi a’, derivato di fari ‘parlare’, con prefisso ad-.

  • «È davvero una persona affabile, abbiamo conversato piacevolmente per un'ora.»

Ci capita spesso di rilevare come la lingua ci permetta di esplorare i caratteri negativi del mondo con schiere maestose di sinonimi, con ciascuno che s’incarica di un tratto specifico, così da poter intendere e comunicare ogni male crine per crine. Quando le qualità sono positive ci si accontenta di segnalarle con poche parole scalcagnate; ma ecco, se c’è una zona di significati positivi in cui le parole si affollano è quella dell’interazione umana, del modo in cui è piacevole stare con qualcuno. Capiamo bene che è un semaforo verde importante da notare e trasmettere: quando qualcuno non è rozzo, burbero, scostante, arrogante, altezzoso e via dicendo, è un tesoro da segnalare — e le qualità positive di questo campo preludono a una galassia di vantaggi.

Abbiamo la cavalleria del cortese e del gentile (ricordiamo che ‘gentile, richiamando la ‘gente’, dapprima vale ‘nobile’). Abbiamo la disinvoltura del familiare, del alla mano, l’allegria conviviale del giovale, del socievole, e dell’espansivo, le vicinanze dell’amabile e del cordiale. Si potrebbe continuare molto, ma in questo panorama l’affabile spicca per diversi motivi.

È una parola relativamente ricercata, che esce dai circuiti di pensiero più consumati, e quindi conserva un’impressione di prima mano, con un certo smalto. E poi schiude tutto l’arcipelago delle sue sfumature a partire da un rilievo fulminante custodito dall’etimologia — che a ben vedere continua a riassumere con poesia schietta anche una nostra impressione, che continua ad essere comune dopo millenni. L’affabilis in latino è la persone con cui si può parlare — fari significa ‘parlare’, il prefisso ad- ce lo direziona, e il verbo affari è un ‘rivolgersi a’. Niente a che fare coi nostri affari, che sono una trovata medievale basata sul ‘fare’.

In questa sintesi di concetto imperniata sul parlare e sul modo di rivolgersi agli altri fiorisce l’attributo di un certo modo di trattare le altre persone — cordiale, disponibile, amabile.
Con la sua gentilezza ispira fiducia. Con chi è affabile si passa piacevolmente il tempo. Ci porta a una certa apertura, ci determina un’impressione positiva che si radica su molti piani, anche profondi. E dell’impressione ha la rapidità — quanto tempo serve per giudicare una persona affidabile, quanto poco per dirla affabile!
Com’è brava la lingua, senza geremiadi edificanti, a mostrarci quanto sia importante parlare bene e con socievolezza.

Quindi possiamo raccontare di come i genitori del tal bambino siano particolarmente affabili, di come la persona importante che ci metteva in soggezione si è mostrata invece affabile, della professionista affabile che ci ha aiutato a risolvere una bega giuridica che ci impensieriva.

È una parola che con le sue brillanti sottigliezze merita d’essere pronta all’uso. Diamo una pennellata d’oro, quando possiamo, non viviamo a Mordor.

Parola pubblicata il 22 Gennaio 2025